12 maggio 1987, Open d'Italia: John McEnroe al primo turno è sorprendentemente in difficoltà contro l'argentino Franco Davin. Il 17enne, arrivato direttamente dalla categoria juniores, conduce il primo set 6-3. A dispetto dei pronostici, sulla terra battuta la situazione si fa complicata per il tennista americano che nel secondo set concede subito una palla break all'avversario. É in quel momento che succede l'impensabile: le luci dell'impianto si spengono e al Centrale del Foro Italico il gioco si ferma.
Più di 30 anni dopo, uno dei più grandi inganni della storia tennistica è stato finalmente svelato. A rivelare la matrice di quella famosa interruzione è stato proprio l'artefice: Sergio Palmieri. All'epoca manager dell'esuberante SuperBrat, diede 100.000 lire a un tecnico per mandare il Centrale al buio. L'attuale organizzatore del torneo recentemente ha confessato a "La Nación": «McEnroe sparava palle ovunque. Un vero casino! Quindi dico a uno dei tecnici della manutenzione: 'Se interrompiamo la corrente, quanto tempo ci vuole per riavviarla?' Mi ha risposto che ci sarebbe voluto un quarto d'ora o venti minuti così gli ho dato dei soldi per spegnere le luci».
Palmieri negli spogliatoi andò a muso duro con McEnroe, urlandogli di concentrarsi e quindi tornare in campo con il piglio giusto. Il direttore degli Internazionali d’Italia ha poi svelato che c'è stata una seconda interruzione intenzionale di corrente: «Per rendere credibile la cosa, ho fatto interrompere la corrente una seconda volta e anche durante la partita successiva». E McEnroe? Sapeva dell'inganno? «Sì, gliel’ho detto. Ma non subito. Gliel’ho detto dopo un po’, dopo qualche mese. Ci siamo messi a ridere». Chi non rise fu Davin, che andò al torneo successivo, a Firenze, con la certezza che al Foro Italico avessero "sabotato" l'incontro: aveva ragione.