Spiagge, le multinazionali non fanno paura in Veneto: «Vincono le società locali»

Venerdì 16 Febbraio 2024, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:34

LE LEGGE REGIONALE
Le gare sono state effettuate sfruttando l’opzione aperta dalla legge regionale 33 che ha dato ai Comuni del litorale veneto la possibilità di gestire le concessioni balneari in modo trasparente e nel rispetto delle normative. «Siamo l’unica regione a poter disporre di uno strumento di questo tipo, al quale abbiamo aggiunto un regolamento d’uso del demanio marittimo, - osserva ancora Nesto - che prevede in prima battuta una procedura di evidenza pubblica per verificare se ci sono concorrenti alla gestione di un determinato tratto di litorale, poi un bando di gara una volta acclarato che ci sono più richieste. Non vogliano insegnare niente a nessuno ma riteniamo che per la nostra terra sia un ottimo strumento. Consigliamo al sindaco Sadegholvaad di seguire la strada del Veneto, che si è dimostrata percorribile e valida anche nell’ottica di evitare contenziosi».
I Comuni veneti in sostanza si sono messi con le spalle al sicuro da un lato varando un meccanismo “paracadute” di gestione delle spiagge per la stagione ormai alle porte (evitando pericolosi “buchi”), dall’altro garantendo la concorrenza nei casi in cui ci fossero opzioni diverse rispetto a quella del concessionario uscente. Il che, evidentemente, non esclude polemiche, musi lunghi e potenziali situazioni di ricorsi. A Jesolo ne sanno già qualcosa, fermo restando che ad oggi, per ricorrere a una metafora di sapore calcistico, per l’appunto si sono giocati solo derby tra cordate di casa.
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