Rifiuti, Grillo gela la Raggi. Muraro convocata: devi chiarire

Giovedì 4 Agosto 2016 di Simone Canettieri e Stefania Piras
Virginia Raggi

«Così non va, Virginia». Dopo il processo di notte del direttorio alla sindaca, dopo il confronto tra l'assessore Paola Muraro e il gruppo del M5S, ci pensa la viva voce di Beppe Grillo a strigliare Virginia Raggi. I due ormai hanno un contatto diretto, che è servito a mettere da parte Roberta Lombardi, ma in queste ore di bufera rifiuti e di paralisi del Comune ha anche un altro risvolto: il Capo del M5S non è contento della sua Virginia e non usa tanti giri di parole. Così come il resto dei vertici pentastellati. Tanto i più realisti del re addirittura già spiegano: «Dobbiamo tenere il Campidoglio almeno fino alle politiche». Sfoghi dettati dalle suggestioni del momento, certo. Ma che la dicono lunga sul clima che si è creato intorno all'inquilina del Campidoglio per via della gestione del caso rifiuti. E la difesa dell'assessore Paola Muraro, sotto attacco del presidente dell'Ama, che prova a uscire dall'angolo con esiti un po' discutibili. Non a caso Di Battista ieri pomeriggio le ha chiesto di «chiarire» la sua posizione a 360 gradi.
Lei e la Raggi saranno ascoltati in commissione bicamerale il prossimo 5 settembre. Ma la responsabile dell'ambiente arriverà a quella data? E' a rischio? «Per me ancora no», dice il capogruppo M5s al Consiglio regionale del Lazio Devid Porrello, uno dei tanti che in queste ore ha difficoltà a tenere la base iper fluida del movimento. Lo scaricabarile è già partito, nei colloqui dei vari parlamentari: «Non l'abbiamo scelta noi».

LA NOTTE
A ricordare al sindaco e al suo vice Daniele Frongia che il «Movimento siamo noi» ci hanno pensato i vertici del direttorio la notte di mercoledì. Mentre Fortini sparava in commissione sulla Muraro, la sindaca e il braccio destro sono andati a casa di Alessandro Di Battista. Ad attenderli Luigi Di Maio (l'unico vero sponsor di Virginia), Carlo Sibilia, Roberto Fico e Carla Ruocco. Quest'ultima è stata vista entrare a casa del parlamentare con un plico pieno di fogli. E di contestazioni. Che poi sono diventate domande dirette alla cittadina. In mezzo sempre la scelta dello staff, per il momento tutto interno, che sta lavorando in Campidoglio. Dal capo della segreteria politica Salvatore Romeo a Raffaele Marra. Il primo fu a capo della commissione che stabilì un premio di produzione da 113mila euro per Daniele Fortini, il nemico numero uno del M5S. Il secondo, con ampi trascorsi nel mondo della destra sia con Alemanno che con la Polverini, continua a ricoprire il ruolo di vice capo di gabinetto. E poi certo il caso Muraro, da maneggiare con molta cura. La linea di tutti è: la reggiamo fino a quando non ci saranno novità, se la Procura dovesse indagarla allora diventerebbe impossibile difenderla. La notte a casa di Di Battista è finita con un ci «aggiorniamo». La mattina, ieri, non è iniziata poi tanto con l'oro in bocca. In consiglio comunale per l'approvazione delle linee guida (a 40 giorni e passa dalla conquista di Palazzo Senatorio) la sindaca è apparsa a tutti molto tesa. A Fabrizio Ghera (FdI) che le chiedeva dei rapporti del deputato Vignaroli con Colari ha risposto così: «Voglio che sia acquisito il verbale della seduta: è stato diffamato un nostro collega dicendo che fa accordi sottobanco con il ras della monnezza». Non è andata molto meglio nemmeno alla giunta in programma ieri (la seconda finora). E' stata convocata ma è durata meno di un'ora. Non sono state prese decisioni. Dai Fori Imperiali agli staff di sindaco e assessori, altro tema caldo. Nel primo pomeriggio altro fronte. Muraro e l'assessore Minenna sono stati convocati alla Camera dal gruppo del M5S. Ufficialmente per parlare della gestione dei rifiuti (oggi sarà nominato il nuovo amministratore di Ama al posto di Fortini: Alessandro Solidoro, presidente dei commercialisti di Milano). Ma alla fine il caso dell'assessore che tra «forse», «si dice» e attacchi rischia il posto sempre di più. Muraro si è intrattenuta dopo l'incontro con Di Battista. Che all'inizio aveva detto che sarebbe andato in televisione a difenderla. Cosa però non è avvenuta. Si attendono altri segnali in un movimento che del garantismo non ha mai fatto una bandiera. Raggi prova a uscire da questa situazione. Che rimane molto complicata, come ha spiegato la sindaca proprio a Grillo durante la telefonata di ieri. Anche perché intanto i rifiuti rimangono a guardare.
 

Ultimo aggiornamento: 13:17