Roma, le mani delle cosche sullo smaltimento rifiuti: Ecomafie pronta a indagine sull'Ama

Giovedì 4 Agosto 2016 di Lorenzo De Cicco
Roma, le mani delle cosche sullo smaltimento rifiuti: Ecomafie pronta a indagine sull'Ama
IL FOCUS
Sul business miliardario dei rifiuti di Roma si allungano anche i tentacoli delle ndrine. E la Commissione parlamentare sulle Ecomafie è pronta ad aprire un'indagine diretta sull'Ama, che andrà ad affiancarsi alle due inchieste già aperte sulla gestione dell'immondizia a Roma e nel Lazio. A parlare dei legami tra un reticolo di ditte, riconducibili alle cosche reggine, e il ciclo di smaltimento della spazzatura nella Capitale, è stato il presidente dell'Ama, Daniele Fortini, proprio durante l'audizione di due giorni fa a Palazzo San Macuto. «Quando diciamo che l'azienda può essere infiltrata da fenomeni criminali non facciamo propaganda», ha detto Fortini. E infatti nelle carte della Commissione c'è il nome della Pmr Service, una società con sede a Roma i cui responsabili sono stati arrestati, dieci giorni fa, con l'accusa di appartenere al clan dei Raso-Gullace. Si tratta di una delle ditte finite nel mirino dell'operazione Alchemia, che tra Genova, Reggio, Savona e Roma ha portato in carcere 40 persone con accuse che vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso al concorso esterno.
Le indagini, coordinate dalla Direzione investigativa Antimafia di Genova con la collaborazione di Roma, hanno svelato una rete di 21 imprese che, secondo i pm, sarebbero servite alla ndrangheta per aggiudicarsi gli appalti pubblici. E infatti nella Capitale la Pmr Service aveva ottenuto in affidamento diretto una commessa da 900mila euro per occuparsi della «movimentazione dei rifiuti» nelle vasche di due impianti Tmb di proprietà dell'Ama, a Rocca Cencia e sulla Salaria.

LA RIMOZIONE DEL MANAGER
L'appalto è stato assegnato alla Pmr nel 2010, gestione Panzironi, ed è andato avanti fino al 2015. Fino a quando l'ex direttore generale di Ama, Alessandro Filippi, ha bandito una gara e da gennaio 2016 la Pmr è stata fatta fuori dagli impianti. Giusto in tempo, verrebbe da dire: «Se avessimo aspettato altri tre mesi, saremmo stati nel ciclone di un'inchiesta sulla ndrangheta», ha ammesso Fortini.
Proprio sull'allontanamento di Filippi dall'azienda, avvenuto a inizio marzo, dal verbale di Fortini in Commissione Ecomafie trapela un retroscena inquietante. Il presidente dell'Ama ha raccontato di come si fosse speso in tutti i modi, presso l'amministrazione commissariale che in quel momento reggeva il Campidoglio, per prolungare il mandato in Ama del dirigente. Senza però riuscirci, per il sopravvento di «pressioni» da parte di un politico. Fin qui il resoconto in chiaro del manager di Ama. Che alla richiesta di fornire il nome del politico in questione, ha domandato di secretare la risposta. A microfoni spenti, il numero uno della municipalizzata ha puntato il dito contro Stefano Vignaroli, il deputato M5s che della Commissione Ecomafie è vicepresidente, oltre ad essere uno dei principali sponsor politici dell'assessore Muraro.
Proprio a partire dalle informazioni contenute nell'audizione di Fortini, la Commissione Ecomafie è pronta ad aprire un'inchiesta su Ama. «Sono convinto che serva un focus approfondito sull'azienda», spiega il presidente dell'organismo, Alessandro Bratti (Pd). Il 5 settembre a Palazzo San Macuto saranno ascoltate la sindaca Virginia Raggi e la Muraro. Il M5s aveva chiesto di anticipare a prima della pausa estiva. Ma nell'Ufficio di presidenza di ieri, gli altri capigruppo presenti hanno deciso di aspettare la ripresa dei lavori.