RISTORANTI
«Ci siamo chiesti se dovessimo chiudere gli occhi e aspettare

Giovedì 26 Novembre 2020
RISTORANTI
«Ci siamo chiesti se dovessimo chiudere gli occhi e aspettare che tutto passasse. O se, invece, dovessimo tenere gli occhi bene aperti, continuare il nostro lavoro e presentare la guida al pubblico» ha esordito ieri, da Milano, Marco Do, responsabile della comunicazione per l'Italia della Guida Michelin, nel giorno più atteso dal mondo della ristorazione. «Una domanda lecita, che ha una sola risposta: assolutamente sì ha aggiunto - .Gli ispettori, come i ristoratori, ce l'hanno messa tutta per svolgere il loro lavoro al meglio in un contesto estremamente difficile. Mai come quest'anno abbiamo voluto e vogliamo essere vicini ai protagonisti della Guida, le centinaia di Chef (e, insieme a loro, il personale di sala, sommelier, brigate), che ogni giorno, con impegno e passione, fanno dell'accoglienza e del gusto italiano un'arte ammirata in tutto il Mondo».
Il risultato di questo impegno è la 66. edizione della guida Michelin Italia che ha proclamato tre nuovi 2 stelle (salgono a 37), 26 nuovi 1 stella, 13 premi alla sostenibilità (trifoglio verde), confermando gli 11 super ristoranti a 3 stelle, fra i quali, a Milano, il Mudec di Enrico Bartolini, autentico chef pigliatutto con la bellezza di 9 stelle complessive nei suoi 6 ristoranti, compreso il Glam a Venezia che gliene porta in dote un paio, grazie al talento di Donato Ascani.
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Poi, le note dolenti, i 29 ristoranti che la perdono, la stella (alcuni di questi, hainoi, in Veneto), in un'edizione della guida che per la ristorazione del Nordest fa segnalare alti e bassi, gioie e dolori, come in tutto il resto del paese, fra chiusure totali o temporanee, riaperture, orari stravolti, modalità di lavoro reinventate (fra asporto e delivery), che alla fine hanno lasciato sul terreno numerose attività, molte delle quali non sanno se e quando potranno riaprire: a loro la Rossa ha deciso di non togliere la stella.
Fra i dieci ristoranti che se la sono vista togliere a giudizio degli ispettori, tre sono veneti: La Corte a Follina (Tv), La Fontanina a Verona, Al Capriolo a Vodo Cadore (Bl). E uno friulano, il Ferarut di Rivignano (Ud). E altri quattro tutti veneti - sono stati cancellati per cessata attività: Undicesimo Vineria a Treviso, El Coq a Vicenza, La Montecchia a Selvazzano Dentro (Pd), Perbellini a Isola Rizza.
Poi, da Nordest, per fortuna arrivano anche ottime notizie. A Trieste, ad esempio, Matteo Metullio ha portato la seconda stella all'Harry's Piccolo, il fascinoso ristorante in Piazza dell'Unità. Storia da ricordare, quella del talentuoso Metullio che aveva lasciato tre anni fa il ristorante in alta Val Badia, già bistellato, per stare con la famiglia e ieri ha festeggiato, piangendo di gioia, il traguardo nuovamente raggiunto. E festa grande anche a Cortina d'Ampezzo dove la prima stella si è accesa sul SanBrite, il suggestivo ristorante fra i boschi che Riccardo Gaspari, ampezzano doc, gestisce con la moglie Ludovica Rubbini (insieme nella foto): «Siamo fieri di noi stessi - fanno sapere È un premio al nostro lavoro».
PELLEGRINI MADRINA
Ma il Veneto festeggia due nuove stelle anche nel Veronese: La Cru a Romagnano e Amistà a San Pietro in Cariano; una a Vicenza (Matteo Grandi in Basilica, in Piazza dei Signori). E il Trentino applaude Peter Brunel ad Arco e Alfio Ghezzi con il suo Senso a Rovereto. Mentre è un po' veneta persino la stella di Alessandro Rossi (Il Gabbiano a Marina di Grosseto), per due anni a Villa Selvatico di Roncade (Tv).
Arriva in Veneto anche una delle 13, nuove stelle verdi, «destinate a quegli chef spiegano - che hanno saputo coniugare la genuinità contadina con la creatività, per farli conoscere al grande pubblico e far conoscere le loro scelte sostenibili», premiate ieri da Federica Pellegrini, madrina di eccezione, in qualità di Ambassador Michelin. E fra i destinatari del riconoscimento (assieme a nomi come Massimo Bottura, Davide Oldani, Norbert Niederkofler, Pietro Leeman, Alfonso Iaccarino) c'è anche Piergiorgio Siviero del Lazzaro 1915 di Pontelongo (Pd).
Per il resto la numerosa pattuglia degli stellati, fra Veneto e Friuli VG, resiste, a partire dalle tre stelle de Le Calandre di Rubano (Pd). Per proseguire con il gruppetto dei 2 stelle: Cera (Lughetto di Campagna Lupia), La Peca (Lonigo), Glam (Venezia), Casa Perbellini (Verona), Agli Amici (Udine). E da 34 insegne con una stella (28 in Veneto e 6 in Friuli VG). Fra queste, merita un applauso particolare il Dolada a Plois di Pieve d'Alpago (Bl) che festeggia il 50. anniversario di matrimonio con la stella Michelin, nozze d'argento che lo confermano il più longevo fra i ristoranti stellati italiani.
Claudio De Min
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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