«Rapinato di mezzo milione, sono sul lastrico»

Domenica 19 Dicembre 2021
«Rapinato di mezzo milione, sono sul lastrico»
LA STORIA
VENEZIA «Quella rapina mi ha rovinato: ho perso tutto! Erano i soldi con cui confidavo di potermi ritirare dall'attività dopo una vita di lavoro... Spero che anche i mandanti vengano individuati e paghino per quello che hanno fatto».
Sono passati più di due anni e mezzo dal 23 aprile del 2019, quando il motoscafista Stefano Fort fu fermato da due malviventi che lo stavano aspettando all'interno del garage del Tronchetto sapendo che aveva appena perfezionato la cessione della sua società, comprensiva di licenza di noleggio con conducente (Ncc), venduta per complessivi 800 mila euro, e stava rientrando con un trolley contenente 550 mila euro in contanti. Qualcuno lo ha tradito, organizzando l'agguato: due componenti della nuova mala che secondo gli inquirenti fa capo a Gilberto Boatto, si finsero carabinieri per fermarlo, armati anche da taser e, di fronte alla sua reazione, uno di loro lo colpì alla testa con il calcio della pistola. Quindi la fuga in barchino. Per quel colpo (e altre reati) sono finiti in carcere i due presunti autori materiali, Festim Shemellari e Daniele Corradini, nonché Loris Trabujo, accusato di aver fornito le indicazioni e poi atteso i complici in Riviera del Brenta.
L'OFFERTA
«Avevo deciso di cedere la mia società dopo alcuni anni di difficoltà - racconta Fort - Nel 2018, una notte mi era stata rubata la barca, del valore di 250 mila euro, e non è mai più stata trovata. Ho provato a continuare a lavorare con un motoscafo a noleggio, un muletto, ma il lavoro non è più quello di un tempo e le spese troppo alte. Ho ricevuto tante offerte e alla fine ho accettato quella che mi sembrava più conveniente. È stato l'acquirente a chiedermi se mi poteva andare bene un primo pagamento di 250mila euro tramite bonifico e il resto in contanti. Ho risposto di sì: la mia intenzione era comunque di dichiararli».
Fort racconta che l'acquirente lo passò a prendere in motoscafo al Tronchetto, dove aveva parcheggiato l'auto, per portarlo a piazzale Roma. «Se avessi saputo che ci dovevamo vedere in un ufficio di piazzale Roma avrei parcheggiato al Comunale, ma l'acquirente mi disse che il luogo dell'appuntamento era stato cambiato all'ultimo momento. Dopo la consegna dei soldi mi riaccompagnarono al Tronchetto, dove poi sono stato rapinato».
IN OSPEDALE
A causa delle lesioni inflitte dai rapinatori Fort è rimasto 5 giorni in ospedale. Inizialmente, sotto shock, disse ai carabinieri che nel trolley c'erano 50 mila euro. Poi, uscito dall'ospedale, precisò che erano 550 mila e fornì tutti i dettagli. Ad assisterlo è l'avvocato Luigi Ravagnan, secondo il quale Fort è stato vittima di un vero e proprio tentato omicidio. «Sono di famiglia umile, sono cresciuto alla Giudecca e ho sempre lavorato fin da giovane facendo la gavetta: a 16 anni pulivo di notte i taxi - racconta il motoscafista -  Ho sempre avuto una passione per le barche. Per tanti anni ho lavorato alla Serenissima motoscafi, poi finalmente sono riuscito a vincere il concorso e ho ottenuto la licenza Ncc riuscendo ad aprire una ditta individuale. Adesso confidavo in una pensione tranquilla: invece sono rovinato. Ho 63 anni e sono senza soldi, senza barca, senza lavoro, con un mutuo da pagare. Se non recupero la mia licenza non so davvero come fare. Io non accuso nessuno, ma spero che la magistratura riesca a fare piena luce individuando, oltre ai responsabili materiali, anche i mandanti che hanno fornito le indicazioni utili per eseguire il colpo».
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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