Nordio: «Mose, la corruzione si vince con pene giuste e certe»

Giovedì 4 Dicembre 2014
«Ciò che c'era di illegale nel Consorzio è stato rimosso e i nuovi dirigenti erano immuni ed esenti da indagini, quindi per noi non costituivano nessun problema. Ma se l'autorità politica e amministrativa ritiene di avere maggiori garanzie con un commissariamento, tale giudizio è insindacabile e la magistratura penale non deve interferire». Così il procuratore aggiunto del Tribunale di Venezia, Carlo Nordio, a margine dell'incontro «Quale futuro? Ricominciamo dall'etica» organizzato dalla fondazione Brusutti all'Auditorium di Ca' Foscari a Mestre, commenta la scelta di inviare due tecnici e commissariare il Consorzio Venezia Nuova. Poi, davanti alla platea dell'auditorium, in un parallelismo tra il recente scandalo romano e il caso Mose, affronta il tema corruzione negando che si tratti di un «affare italiano»: «La corruzione c'è sempre stata, in tutti i tempi e i luoghi, e non è legata al nostro Paese o alla crisi economica - dice Nordio - Il vero problema è che se in altri paesi si costruiscono opere pubbliche che servono e funzionano, quelle che si realizzano in Italia sono inutili o funzionano male. E ci ritroviamo pieni di cattedrali nel deserto costruite solo per movimentare grandi quantità di denaro». Qual è la soluzione? Secondo il magistrato veneziano non è certo quella di inasprire le pene o inventare nuovi reati: «Queste anime buone della politica vogliono veramente farci credere che, se avessero reintrodotto cinque anni fa reati come il falso in bilancio, episodi come quello del Mose non si sarebbero verificati? Per ridurre i reati servono invece pene giuste ma certe. Poi è necessaria un'opera culturale per far capire ai giovani, ma in particolare ai loro genitori, che comportarsi in modo etico è utile alla società e quindi anche a noi stessi». Per il successo delle indagini, invece, servono pene più severe per i corrotti che per i corruttori: «Punendo entrambi nessuno parla e inchieste come queste si basano proprio sulle testimonianze».
Il convegno sull'etica, a cui hanno partecipato anche il procuratore generale della corte dei conti Diana Calaciura Traina, il prefetto di Verona, Perla Stancari, e l'arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, è stato aperto dell'intervento della presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto: «Nel nostro territorio la disoccupazione giovanile supera il 30%. I giovani invece devono essere coinvolti e responsabilizzati - afferma Zaccariotto - E la politica ha proprio questo compito. Anche queste sono scelte etiche che influiscono sulla qualità della vita di tutti».
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