Morto in moto, la famiglia vuole chiarimenti

Lunedì 10 Giugno 2019
Morto in moto, la famiglia vuole chiarimenti
SANT'ERASMO
«Riccardo era attento e scrupoloso, ora vogliamo capire ogni dettaglio di quanto accaduto». Le parole sono quelle di Elisa, la sorella di Riccardo Mian, il 30enne di Sant'Erasmo che ha perso la vita in un tragico incidente stradale sabato scorso, mentre si trovava in sella alla sua moto, una Aprilia 1000, lungo la strada Caposile-Portegrandi. Si tratta di un rettilineo maledetto, in passato più volte teatro di gravi incidenti stradali. Secondo una prima ricostruzione il centauro si stava al lavoro a Mestre, dove lavorava alla Fondazione Servizi come operatore socio sanitario. In base ai primi elementi raccolti dai carabinieri della Compagnia di San Donà, l'incidente è avvenuto a Quarto d'Altino, quando una Audi A5, condotta da un uomo di 71 anni di Casier (Treviso), si è scontrata contro la moto di Riccardo. L'impatto è stato violentissimo, tanto da far sbalzare dalla sella il centauro, scaraventandolo nel fossato, oltre il guardrail. Vani, purtroppo, i soccorsi tanto che il personale del Suem una volta intervenuto non ha potuto fare altro che constatare l'avvenuto decesso. A proseguire sono invece le indagini degli uomini dell'Arma, che puntano a chiarire ogni aspetto di quanto accaduto. E su questa stessa direzione si stanno anche muovendo i famigliari del trentenne che oggi incontreranno il loro legale di fiducia. «Vogliamo chiarezza su quanto successo ripete Elisa - , mio fratello quando guidava era attento e scrupoloso. Aveva alle spalle cinque anni di esperienza alla guida delle ambulanze e ora per conto della Fondazione Venezia era anche l'autista del pulmino che trasportava le persone assistite. Sapeva bene quello che faceva quando guidava, moto compresa». Grande appassionato delle due ruote, Riccardo aveva un proprio canale informativo su Youtube e gestiva un profilo Instagram dedicato con quasi 5 mila followers. «Attraverso i suoi video continua la sorella non parlava mai di velocità ma di sicurezza, delle varie dotazioni necessarie per correre in moto o delle revisioni. Era molto attento, aveva anche diversi corsi di abilitazione proprio per poter correre in moto. Quanto accaduto per noi è incomprensibile e per questo chiediamo che venga fatta luce sulla dinamica». I funerali non sono ancora stati fissati, prima bisognerà attendere il via libera dell'autorità giudiziaria. Con molta probabilità il suo ultimo saluto si terrà nell'isola di Sant'Erasmo, dove Riccardo viveva con la mamma Andreina, il papà Dario e la sorella Elisa.
Giuseppe Babbo
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