LA POLEMICA
VENEZIA La protesta veneziana contro Luciana Littizzetto, dopo la

Mercoledì 3 Febbraio 2021
LA POLEMICA VENEZIA La protesta veneziana contro Luciana Littizzetto, dopo la
LA POLEMICA
VENEZIA La protesta veneziana contro Luciana Littizzetto, dopo la satire sulle vetrerie di Murano a Che temoo che fa, sale di tono. Tanto che Michele Boato, docente, scrittore e al tempo portavoce dei Verdi, ieri ha raccolto una decina di libri della comica, raccolti a Ri-libri, e li ha buttati nella campana della raccolta carta. «Così, invece di fare altri danni, contribuiranno a salvare gli alberi commenta Boato Abbiamo aspettato tutto il lunedì le pubbliche scuse di Luciana Littizzetto per la sua ennesima scivolata di pessimo gusto. Questa volta però non ha offeso pesantemente una persona, ma l'intera città di Venezia. A parte che a Burano e Torcello non ci sono vetrerie, la battuta è di pessimo gusto e non fa ridere e offende un'attività artigianale millenaria». Un gesto clamoroso, che segue le polemiche di lunedì, con l'indignazione del sindaco Luigi Brugnaro, del presidente della Camera di commercio Massimo Zanon e di molti veneziani e muranesi, anche sui social.
L'ESEMPIO DI MURANO
E anche il presidente del Consorzio Promovetro Murano, Luciano Gambaro, risponde alla comica. Ma dopo le polemiche rilancia con i fatti e annuncia il ritorno a casa dei sontuosi lampadari in vetro dell'ex Comune di Sant'Agostino, ora Comune delle Terre di Reno, miracolosamente salvati dal terremoto che il 20 maggio del 2012 aveva duramente colpito l'Emilia Romagna. «Siamo dispiaciuti per questa uscita poco felice e non corretta esordisce Gambaro ma noi pensiamo che alle polemiche bisogna sempre anteporre i fatti e invitiamo ufficialmente la signora Littizzetto a Murano per capire cosa rappresenta nel panorama artistico internazionale. Ringrazio tutti coloro che ci hanno scritto e ci hanno dimostrato solidarietà e siamo sicuri che questo infelice episodio, che ha avuto tutto questo clamore mediatico, possa ancora di più far capire che Murano è un patrimonio da salvaguardare».
«A questo - aggiunge Gambaro - rispondiamo con i fatti e quella dei lampadari è una bella storia che nasce da una disgrazia, una storia che ha il suo compimento in questi giorni e di cui siamo orgogliosi. I lampadari sono stati riportati a casa. Un investimento importante, che non abbiamo voluto quantificare perché il nostro intento era di salvare i lampadari come segno di rinascita». Ci sono voluti anni di permessi, di studi, di catalogazione, di progetti di restauro conservativo, di lavori di ricostruzione certosina per farli tornare a risplendere. Un progetto, intitolato Una luce per l'Emilia Romagna, che le aziende di Murano hanno affrontato a titolo completamente gratuito, con amore e passione. E in questi giorni i muranesi stanno completando i dettagli del loro montaggio nella nuova sede del Comune, perché la precedente era stata rasa al suolo a causa dei gravi problemi strutturali del palazzo.
LAVORO DI SQUADRA
A coordinare l'operazione il Consorzio Promovetro, insieme alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara. I lampadari, che si trovavano nella sala consiliare del Comune di Sant'Agostino, erano stati recuperati dai vigili del fuoco locali insieme ad alcuni vetrai muranesi, tra cui lo stesso Gambaro, accorsi sul posto. Un lampadario era andato distrutto, se ne erano salvati 3 di piccole dimensioni, alti un metro e mezzo, realizzati a Murano nel 1933 dalla ditta S.A.I.A.R. Ferro Toso & C, e uno monumentale con 55 luci, alto più di quattro metri, in cristallo e ambra, realizzato a Murano nel 1926 per la ditta Pauly & C. di Venezia. A Murano lo chiamano il signore quasi centenario, perché le sue dimensioni sono imponenti, con i suoi quattro piani di luci e la sua circonferenza di tre metri: dalla fine del 1933 il manufatto era stato trasferito nella grande sala della residenza comunale che, da bravo padrone di casa, aveva illuminato nell'arco di tutto il secolo. Se nei tre lampadari gli elementi in vetro complessivamente sostituiti sono stati 35 su un totale di 83, in quello monumentale sono stati 448 su un totale di 1.209 elementi. «È stato un lavoro corale su cui ho insistito conclude Gambaro che ha visto 7 aziende di Murano specializzate nell'illuminazione oltre a falegnami, meccanici, tornitori e professionisti vari collaborare per restaurare queste opere d'arte».
Manuela Lamberti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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