IL LIBRO
Un caldo invito alla lettura di uno dei più significativi autori

Sabato 22 Febbraio 2020
IL LIBRO Un caldo invito alla lettura di uno dei più significativi autori
IL LIBRO
Un caldo invito alla lettura di uno dei più significativi autori del Novecento, Dino Buzzati. È quello che rivolge Antonia Arslan, a sua volta scrittrice molto amata dal pubblico (nota in particolare per il suo romanzo La masseria delle allodole) attraverso un saggio uscito nel lontano 1974, e che ora le Edizioni Ares hanno ripubblicato. Dino Buzzati. Bricoleur & cronista visionario (pp. 192, euro 13,50) è il titolo, a sottolineare i tratti salienti dell'opera dell'artista. Giornalista al Corriere della sera, fu un curioso sperimentatore di varie forme artistiche: dalla narrativa alla poesia, dal teatro alla pittura. «Appuntava in modo meticoloso nei suoi quaderni racconta la Arslan - personaggi, esperienze, avvenimenti, emozioni: insomma il mondo che lo circondava per poi trasfigurarlo attraverso la scrittura».
IL NARRATORE
Di qui l'appellativo di bricoleur: Buzzati sapeva con insuperabile maestria passare dall'ordinario allo straordinario, dalla realtà di tutti i giorni a un mondo surreale e misterioso. È anche per questo che la critica lo definì il più kafkiano tra gli autori italiani, ascendenza che lo scrittore bellunese negava con fermezza, sostenendo persino di non aver mai letto l'autore delle Metamorfosi. Circostanza non vera, per altro, come ha dimostrato la pubblicazione postuma di un carteggio con l'amico Arturo Brambilla, da cui emerge chiaramente che Kafka era stato letto da entrambi.
Nella nota introduttiva del suo libro, Antonia Arslan rievoca il proprio lavoro giovanile. «Il clima culturale era ancora così pesantemente influenzato dalle mode neorealistiche, che lo stesso direttore della collana (Invito alla lettura, ed. Mursia, ndr), poco amante delle atmosfere e dello stile buzzatiani, tentò di modificare il mio testo in senso molto negativo verso l'autore, direi addirittura sprezzante. Non ci riuscì. Buzzati è un grande, ed è ormai un classico. E il mio piccolo libro mi pare ancora la chiave giusta per entrare nel suo mondo».
LETTERATO INDIPENDENTE
Buzzati dunque, risultava impermeabile alle correnti letterarie di allora e per tutta la vita rimase fedele ai suoi temi: la contemplazione del tempo che passa inesorabile, l'angoscia dell'attesa, le sue amate montagne, la natura animata, la città, il deserto, incurante di ciò che poteva pensare la critica. Come disse in un'intervista: Di fatto è che se una roba funziona o non funziona, me ne accorgo da me. È una sensazione fisica indiscutibile, matematica. Non ho bisogno di saperlo dagli altri. In fondo la sua unica preoccupazione era di non rompere l'anima alla gente. Sono del parere di Voltaire: qualsiasi genere letterario è ammissibile, tranne il genere noioso. Un'istanza che avrebbe fatta propria, anni dopo, la stessa Antonia Arslan. «Mi sono accorta che Buzzati è stato uno degli scrittori che mi ha più sottilmente influenzato, soprattutto nella tecnica narrativa e nell'ansia di raccontare con felicità, cercando sempre di coinvolgere il lettore».
Laura D'Orsi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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