Il calendario Barbanera in edicola con Il Gazzettino

Sabato 7 Dicembre 2019

L'INIZIATIVA
È senza dubbio l'almanacco più famoso d'Italia e da moltissimi anni una tradizione anche per i lettori del Gazzettino. Oggi il calendario lunario di Barbanera è in edicola a 2,90 euro più il prezzo del quotidiano. Un almanacco che affonda le sue radici lontano: stampato per la prima volta a Foligno intorno alla metà del Settecento, ancora oggi viene pubblicato e diffuso su tutto il territorio nazionale. E pure quest'anno vale la pena averlo, anche per il semplice fatto che nel 2015 l'Unesco ha accolto la Collezione di almanacchi Barbanera - precisamente 356 pubblicazioni tra almanacchi a libretto e lunari da parete pubblicati dal 1762 al 1962 - nel Memory of the World Register, il programma che censisce e tutela i principali patrimoni documentari dell'umanità. Nell'inserire la collezione nel prestigioso registro, l'Unesco ha riconosciuto al Barbanera valore di simbolo di un genere letterario.
PRESCELTO DALL'UNESCO
Quindi il Barbanera è considerato Patrimonio dell'Umanità, in bella mostra sullo stesso scaffale virtuale dove sono riposti l'alfabeto fenicio e i film dei fratelli Lumiere. Apprezzato fin da subito, quando era un semplice foglio da appendere alla parete, nel corso degli anni si è arricchito nei contenuti tanto che il termine Barbanera ha finito per significare, per esteso, il lunario stesso. Fin dalle prime edizioni, infatti, propone tradizionalmente, oltre al calendario, alle previsioni meteorologiche e all'indicazione delle fasi lunari, consigli per l'agricoltura e la vita in casa, curiosità, proverbi, ricette di cucina stagionali, rimedi erboristici e stravaganti previsioni astrologiche.
LEGAME NATURALE
Per questo suo legame con i cicli della natura fino alla metà degli anni Sessanta del Novecento, questo almanacco è una lettura apprezzata dai contadini, attratti dall'utilità dei suoi contenuti e dalla semplicità della loro formulazione. Venduto per fiere e mercati da cantastorie e ambulanti, diventa presenza abituale nelle case di tanti italiani. La sua ampia diffusione ne fa, con i foglioni e altre pubblicazioni di interesse popolare, uno strumento di divulgazione della lingua italiana. La sua grande popolarità è poi dimostrata dal suo ricorrere in romanzi e saggi, citato spesso come lettura prediletta o presenza consueta nel quotidiano da personalità illustri e personaggi letterari. Ecco un esempio. In una lettera inviata al parroco di Gardone scrive così Gabriele D'Annunzio, nel 1934: La gente comune pensa che al mio capezzale io abbia l'Odissea o l'Iliade, o la Bibbia, o Flacco, o Dante, o l'Alcyone... Il libro del mio capezzale è quello ove s'aduna il fiore dei Tempi e la saggezza delle Nazioni: il Barbanera (27 febbraio 1934). Al Vittoriale, la casa di D'Annunzio sul lago di Garda, tra gli oggetti cari al poeta si conserva ancora oggi la collezione dei Barbanera, così come varie lettere in cui il misterioso astronomo di Foligno viene spesso citato.
LA SUA IDENTITÀ
Già, ma chi era davvero Barbanera? È realmente esistito? Alcune fonti sostengono di sì e si tratterebbe di un personaggio noto nella città di Foligno. Cresciuto in una numerosa famiglia, andò giovanissimo a studiare in convento. Ben presto però lasciò la vita monastica per isolarsi e dedicarsi alla contemplazione del cielo. La sua casa rimase tuttavia sempre aperta agli abitanti del contado ai quali dispensava consigli e previsioni. Ma forse il termine Barbanera, deriva dall'immagine riportata sui frontespizi delle edizioni più antiche, che ritraevano appunto un uomo dalla folta barba nera, definito astronomo, astrologo e filosofo, intento nel suo lavoro di misuratore del tempo.
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Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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