ANNIVERSARIO
In occasione del centenario della nascita di Rodolfo Celletti, i

Giovedì 20 Settembre 2018
ANNIVERSARIO
In occasione del centenario della nascita di Rodolfo Celletti, i Quaderni della fondazione Paolo Grassi pubblicano gli atti di un recente convegno, a cura di Angelo Foletto, dedicato al celebre studioso del belcanto (Schena Editore, Fasano 2018, pp. 188). Il titolo, Rodolfo Celletti maestro di scrittura e (censore) di voci, indica due aspetti della sua personalità. Celletti era un critico scrittore dalla limpida prosa di alta qualità letteraria, evidente per esempio nei suoi fondamentali scritti teorici, come la Storia del belcanto o le voci dell' Enciclopedia della spettacolo. Nella chiarezza dello stile, Jacopo Pellegrini vede consonanze con il gusto forbito della scrittura di Mila e d'Amico. Sono contributi decisivi per la rinascita della vocalità barocca fino a Rossini e alla prima stagione romantica, che favorirono la conoscenza di tecniche e stili del passato fin dagli anni del Secondo dopoguerra. La demolizione del verismo come pratica vocale è al centro della ricerca di Celletti che coincideva con il ripristino di prassi esecutive quasi scomparse. Nei ritratti, profili e note critiche dei cantanti era un censore risentito con una aggettivazione ostentata e talora vernacolare. Un atteggiamento quasi punitivo soprattutto nei confronti di artisti stranieri, anche di formazione belcantistica. I tenori e i baritoni-bassi sono i più colpiti, da Alva a Domingo, da Carreras a Del Monaco, da Di Stefano a Gobbi o a Ghiaurov. Tuttavia la demolizione dello star system (espressione che gli era cara) ebbe anche un valore etico. Celletti si oppose fermamente al dominio delle case discografiche e ai meccanismi perversi del mercato. La sua riabilitazione di modalità esecutive desuete era un modo per prendere le distanze dalle vociferazioni di cantanti cresciuti nell'area verista. Anche per questo la Callas, somma vocalista, fu al centro del suo pensiero critico. Credeva nell'onnipotenza della lingua italiana e favorì, come organizzatore del Festival della Valle d'Itria, la crescita della nuova vocalità nel nostro paese. Scoprì la Bumbry e Pertusi, la Dessì, la Devia e la Cuberli.
Mario Messinis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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