Sequals-Gemona, i motivi del no

Giovedì 6 Agosto 2020
Sequals-Gemona, i motivi del no
PINZANO
Luciano De Biasio per almeno tre lustri ha rappresentato il paladino della difesa del fiume Tagliamento contro le ruspe che minacciavano di mutarne l'aspetto tanto per la costruzione di fantomatiche dighe quanto per la realizzazione della Sequals-Gemona. All'epoca era sindaco di Pinzano. Oggi si è ritirato a vita privata, non interviene più nelle questioni pubbliche, ma fa un'eccezione per la nuova proposta relativa al prolungamento della strada a scorrimento veloce, trasformandola in autostrada.
PROGETTO NON SOSTENIBILE
«Che autogol pazzesco sarebbe - inizia la sua analisi -: tanti anni fa volevano spacciarci la Meschio-Gemona (allora era stata chiamata così, ndr) come la strada dello sviluppo delle nostre valli. Qualcuno ci cascò e pensava che ci sarebbero stati benefici infiniti. Noi invece studiammo ogni dettaglio ed emerse come solo con gli svincoli si sarebbe distrutto metà dell'ecosistema del fiume. - sottolinea l'ex sindaco -. Senza parlare dei viadotto che avrebbero violentato l'ultimo corso d'acqua alpino d'Europa. Concludo la mia riflessione con i costi, che rappresentano anche la mia speranza sul fatto che quest'opera non si faccia: per renderla economicamente sostenibile, i pedaggi sarebbero elevatissimi».
L'AUSTRIA E I TIR
Da Pinzano si fa anche notare come l'arteria conduca i mezzi pesanti più velocemente verso l'Austria, proprio la nazione che sta facendo la guerra ai camion, contingentando il loro passaggio per limitare l'inquinamento e favorendo il trasporto su rotaia.
LEGAMBIENTE
Durissima la censura al progetto anche da parte di Legambiente Fvg. «È mai possibile che l'unico sviluppo immaginato avvenga sempre a spese del capitale naturale e che il futuro del territorio regionale venga visto soprattutto come un hub della logistica dei traffici da e per l'Europa hanno fatto sapere gli ambientalisti in una nota -. Una riedizione, con le dovute differenze, dello vecchio slogan Friuli regione - ponte, che tanti problemi ha generato in diverse aree interne della regione. Sono ormai evaporate da tempo le certezze sulla corrispondenza tra autostrade e sviluppo; rimane sul tavolo un macroscopico problema di costi non contabilizzati dal sistema e che ricadono sulla collettività attuale e futura - prosegue il comunicato di Legambiente -. La competitività di un territorio e soprattutto, per quanto ci riguarda, la creazione di posti di lavoro si giocherà sempre più nell'integrazione degli aspetti ambientali nei processi produttivi e nei prodotti, nelle tipicità salvaguardate, nella qualità delle relazioni territoriali, negli approcci per filiera e sinergie di sistema, nella logistica che si avvale dei servizi di digitalizzazione per ottimizzare i flussi e non certo nella riduzione di manciate di minuti dei tempi di percorrenza nel trasporto delle merci, magari facendo concorrenza ad altre infrastrutture già esistenti».
PAESAGGIO SNATURATO
«L'opera - si sottolinea ancora nella nota dell'associazione ambientalista - a fronte di vantaggi presunti produce disagio sociale, costi ambientali, paesaggistici certi e irreversibili, e genera una perdita di valore del capitale territoriale coinvolto». Legambiente fotografa il futuro qualora il progetto diventasse realtà: «Si pensi al solo all'affiancamento e attraversamento del Tagliamento con due viadotti, ecosistema unico a livello europeo per le sue caratteristiche di naturalità nella parte mediana che verrebbe interessato dall'opera. Ma che fine ha fatto lo studio di fattibilità dell'opera finanziato dalla Regione? Si intende farne a meno?», la domanda.
GLI ESEMPI DA NON SEGUIRE. «Sbagliare investimenti in questo settore trasformandoli in spesa improduttiva vuol dire mettere a repentaglio non solo la qualità di importanti sistemi ambientali, ma anche la sostenibilità economica dell'investimento e, in prospettiva, il benessere sociale - conclude Legambiente -. Pensiamo per un attimo all'autostrada BreBeMi: quasi 1000 ha di terreno consumato e bilanci in rosso che nel 2018 hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 38 milioni di euro o anche alla Pedemontana veneta che promette analoghi risultati. Se altre regioni hanno sbagliato non dobbiamo corrergli dietro o andare in loro soccorso. Si aggiungerebbe danno al danno».
Lorenzo Padovan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci