Non si vaccinano: 290 operatori della sanità sotto la lente

Sabato 22 Maggio 2021
Non si vaccinano: 290 operatori della sanità sotto la lente
IL NODO
TREVISO Quasi il 10% dei medici di famiglia non si è vaccinato contro il coronavirus. Sono in tutto 290 gli operatori della sanità trevigiana che non si sono ancora sottoposti all'iniezione. Tra questi, 40 camici bianchi del territorio: 38 medici di famiglia, un medico di guardia medica e un pediatra. Più 250 dipendenti diretti dell'Usl, tra specialisti, infermieri e oss. Il quadro è emerso in seguito alle lettere inviate dall'azienda sanitaria con la richiesta di spiegare perché non hanno risposto alle chiamate per la vaccinazione anti-Covid, che per gli operatori della sanità è obbligatoria. Tutti gli interessati hanno spedito un certificato medico. Nessuno escluso. In questi vengono evidenziati dei problemi di salute per i quali sarebbe preferibile evitare la vaccinazione. Ma ora le carte verranno passate al setaccio. «Costituiremo una commissione presieduta dal direttore sanitario (Stefano Formentini, ndr), internisti, medici legali, medici dello Spisal e così via spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl saranno loro, analizzando i certificati, a verificare se le persone sono nelle condizioni o meno di essere vaccinate».
LA PROCEDURA
Non basterà un certificato firmato da un medico di famiglia. «Ogni indicazione dovrà essere avvalorata da uno specialista», sottolinea il direttore generale. Gli accertamenti dureranno una settimana. Dopodiché per chi non si vaccinerà senza un valido motivo scatterà la sospensione dal lavoro almeno fino al 31 dicembre. Con il relativo taglio dello stipendio. Al centro dell'attenzione c'è anche il caso di Riccardo Szumski, sindaco-medico di famiglia di Santa Lucia di Piave, che a sua volta ha inviato un certificato. «Zero positivi in paese da una settimana e per il momento, piaccia o no, il vaccino non aggiunge nulla a quanto già visto e previsto scrive sulla propria pagina Facebook non si contagia nessuno (qualcuno peraltro ci sarà comunque) vaccinato o no. Il banco di prova sarà, come per tutti i virus Rna, da settembre in avanti». I distinguo sull'utilità dei vaccini anti-Covid non piacciono per nulla al direttore generale dell'Usl: «Quel che ha scritto è una pagliacciata dal punto di vista scientifico».
L'APPELLO
Anzi, Benazzi lancia un nuovo appello a tutti i trevigiani tra i 40 e i 49 anni: «Vaccinatevi per poter andare in vacanza». Nella Marca ci sono 11mila posti liberi. E circola l'ipotesi che l'Usl possa cedere dosi alle province del Veneto con una richiesta maggiore. Ma Benazzi predica calma: «Invito tutti a prenotare la vaccinazione dice con le iscrizioni attuali, comunque, al 15 giugno arriveremo a una copertura del 68% tra i cittadini tra i 40 e i 49 anni». Per evitare di perdere terreno, nel frattempo, sono state aperte le prenotazioni anche per le persone dai 16 ai 59 anni con esenzione per patologia, dagli ipertesi fino agli oncologici. Ieri ci sono state delle difficoltà con le convocazioni. L'Usl ha inviato a 200 persone degli Sms con delle indicazioni errate. Il problema è stato legato alla ricalendarizzazione degli appuntamenti dopo il ritardo nella consegna di Moderna. Dal primo giugno, infine, verrà chiuso il punto tamponi di Casier. (m.fav)
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