«La piaga del cellulare al volante: è causa di incidenti»

Martedì 19 Novembre 2019
«La piaga del cellulare al volante: è causa di incidenti»
L'INTERVISTA
Il comandante della Polizia Stradale di Treviso, Alessandro De Ruosi, è da sempre impegnato nell'attività di prevenzione. Perchè gli incidenti, soprattutto quelli mortali, se non si possono evitare se ne può almeno diminuire il numero.
Dopo i controlli in autostrada pensa di ripeterete l'esperimento anche nelle strade statali?
«Ci stiamo pensando, anche se è complicato. Dobbiamo trovare uno spazio idoneo per deviare il traffico ed eseguire i controlli a tappeto. Aumenteremo, comunque, i controlli con auto civetta per pizzicare i conducenti che usano il telefonino alla guida. Potremmo anche pensare a controlli dall'alto, magari dai cavalcavia».
C'è qualcosa che vi preoccupa?
«La preoccupazione emerge dall'esame dei dati. Gli incidenti mortali sono aumentati. Sono 42 in dieci mesi del 2019 e il dato ha già raggiounto quelli registrati in tutto il 2018. Non potranno che aumentare. Inoltre, i mortali con fuoriuscita autonoma l'anno scorso sono stati 9. Di questi solo 3 determinati da malore. Quest'anno sono già 17 e i malori sono solo 5. Significa che 12 incidenti mortali non sono spiegabili se non per una distrazione, compatibile con l'uso del cellulare».
C'è un altro dato che desta allarme?
«È il problema della droga. Dei 6 trovati positivi la notte scorsa 5 erano sotto l'effetto di cannabinoidi ed uno di cocaina. Partiamo svantaggiati in questo campo perchè la situazione si è modificata negli anni. La droga era vissuta come marginalità e associata agli sbandati che si bucavano con l'uso delle siringhe. Oggi, invece, non fa più paura ed è vista, addirittura, come aggregante. E i giovani consumano molta droga sintetica».
Cosa fate per contrastare il fenomeno?
«La nostra azione è su due fronti. La prevenzione è cresciuta in modo esponenziale se pensiamo che nel 2013 abbiamo organizzato incontri con giovani (nelle scuole) e adulti (ad esempio nei centri commerciali) e abbiamo raggiunto 500 persone. L'anno scorso sono state 5mila le persone che abbiamo intercettato e quest'anno arriveremo a 6mila. Poi l'azione è sul piano repressivo con i controlli in strada e, primi in Italia, nel 2012 abbiamo dato vita a un protocollo con il laboratorio di Mestre per il controllo degli stupefacenti che contempla la presenza di un medico per certificare lo stato di alterazione alla guida. Non bastano, infatti gli esami del sangue per essere inattaccabili in tribunale».
Dati positivi?
«C'è qualcosa che ci fa ben sperare. Diminuiscono i conducenti che si mettono alla guida ubriachi. Soprattutto fra i giovani. Vuol dire che il messaggio è arrivato. Non ci resta altra strada da battere che quella della prevenzione. Raccoglieremo i frutti fra qualche anno».
V.L.
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