La pandemia nelle lettere degli alpini «Le difficoltà rinsaldano i nostri valori»

Lunedì 17 Maggio 2021
La pandemia nelle lettere degli alpini «Le difficoltà rinsaldano i nostri valori»
L'INIZIATIVA
TREVISO Venturino confessa di sentire il bisogno di un abbraccio, Mario ammette di avere ripreso a scrivere una lettera dopo molto tempo, Riccardo rimarca che gli alpini gli hanno insegnato a donare il cuore. Sono alcuni pensieri in libertà delle penne nere trevigiane, che hanno preso carta e penna per aderire all'invito della direttrice responsabile di Fameja Alpina, il periodico della sezione Ana di Treviso. Sara Zanotto, oltre un mese fa, aveva chiesto ai suoi alpini di esprimere apertamente in una lettera, scritta a mano, sentimenti ed emozioni vissuti nel difficilissimo anno della pandemia, causa dell'annullamento di tanti raduni che sono la linfa vitale dell'associazione.
LA RINUNCIA
Quando Fameja Alpina ha lanciato l'iniziativa epistolare ancora non era stato deciso l'annullamento, il secondo, della 93esima Adunata nazionale, che doveva tenersi nel secondo fine settimana di maggio a Rimini-San Marino. Il consiglio direttivo nazionale e il presidente Sebastiano Favero hanno deciso che, per l'adunata oceanica, si dovrà attendere il 2022. Intanto, i volontari dell'Ana restano operativi sul fronte della protezione civile e nelle strutture che contrastano l'emergenza Covid-19. Se questo ulteriore rinvio dell'adunata sta provocando scoramento negli associati, possono scriverlo a Sara Zanotto, che attende l'arrivo di altre lettere, dopo la ventina di missive già recapitate al suo indirizzo privato.
LE TESTIMONIANZE
Tra i primi a corrispondere con la direttrice del periodico c'è Marco: «È triste non poter fare le riunioni del Gruppo, non poter metterci attorno ad un tavolo per parlare guardandoci negli occhi. Questa pandemia resterà nella storia e mi ha insegnato che la felicità sta nelle piccole cose, nel condividere momenti con amici, e che la libertà non ha prezzo. Mi ha insegnato che si può sorridere con gli occhi ma senza mascherina è meglio!». «Scrivo perchè è un modo per rilassare il nostro animo in un momento che ci impedisce la comunicazione diretta -, racconta Venturino -. Sento anche io il desiderio di un forte abbraccio; sarebbe il segnale che il vigliacco l'abbiamo distrutto». Il vigliacco è il virus, veicolo di una pandemia mai vissuta prima, che fa scrivere a Nicola: «Ma è proprio nei giorni più tristi che c'è la conferma di un valore aggiunto che ci contraddistingue come popolo: la solidarietà! Allora per una volta proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno in questa catastrofe: nel bisogno, nella sofferenza, nei momenti più duri l'Italia del volontariato c'è. Sottolineando che, anche negli anni della digitalizzazione, un computer non potrà mai sostituire quel che l'uomo dà». Mario parla di riscoperta dei valori familiari: «Nello stare a casa ho capito che la famiglia è la cosa più importante della mia vita, ma anche i miei compagni alpini, quanto mi mancano! Ecco cosa ci ha insegnato questo contesto storico: dopo che tutto questo sarà passato, apprezzeremo di più il rivederci, il risentirci, il riconoscersi». Secondo Riccardo la pandemia ha messo più in luce la forza d'animo degli alpini. «Mi hanno dimostrato tantissime cose e sono onorato di farne parte. Mi trasmettono fiducia, mi fanno sempre credere che le cose possano andare meglio». «È un privilegio per me leggere queste parole - commenta la direttricedi Fameja Alpina Sara Zanotto -. Le sento cariche di emozione, speranza e voglia di donarsi al prossimo, come abbiamo sempre fatto. E' bello leggere su carta, interpretare a volte la calligrafia articolata, toccare con mano un foglio ricco di storia e sensazioni». L'indirizzo a cui inviare le lettere, tramite la posta tradizionale, si trova nel sito web della sezione Ana Treviso, che il 30 maggio terrà l'assemblea per il rinnovo del direttivo.
Cristiana Sparvoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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