IL CASO
TREVISO «Sono preoccupata per i tre minorenni che rischiano di finire

Mercoledì 17 Luglio 2019
IL CASO
TREVISO «Sono preoccupata per i tre minorenni che rischiano di finire a dormire all'aperto chissà dove, perché fino ad oggi i servizi sociali hanno detto che non si occuperanno della loro situazione». Luisa Penzo domani mattina tornerà in possesso del suo appartamento al terzo piano della palazzina al civico 17 di via Capodistria, abusivamente occupato da una famiglia moldava dal novembre del 2018. Alle 8,30 la proprietaria dell'immobile si presenterà infatti per lo sgombero coattivo con gli ufficiali giudiziari e la forza pubblica. «Sono stati allertati i servizi sociali - ha precisato la donna - e io stessa ho sollecitato che si agisse per tutelare quei ragazzini (il più piccolo di soli 4 anni, n.d.r.) facendo scattare le procedure di emergenza abitativa. Ma gli uffici comunali mi hanno detto che non ci sono case popolari per questa famiglia e che al massimo si potrà trovare soluzione solo per una notte. Io desidero tornare in possesso del mio bene ma non voglio che quei tre innocenti rischino di dormire per strada perché non ci si vuole prendere carico di loro».
La famiglia moldava era stata sfrattata per morosità nel novembre dello scorso anno. Ma qualche giorno dopo la porta dell'appartamento era stata forzata dal capofamiglia (che ha precedenti penali) che aveva quindi fatto rientrare dentro moglie e figli. I cinque hanno trascorso oltre un anno senza luce e senza gas, cucinando utilizzando delle bombole da campeggio. Al Comune era stata fatta pervenire una segnalazione affinché, date le precarie condizioni di vita, fosse verificato se i minorenni si trovassero in stato di abbandono ma dopo un controllo svolto dalla Polizia Locale non era stata presa nessuna iniziativa. «Credo - insistente la proprietaria dell'appartamento - che il Comune sia responsabile in situazioni come queste. Ho atteso ad agire per far uscire gli occupanti abusivi solo alla luce delle difficoltà in cui si trovano i ragazzi e il bambino ma non trovo giusto che la funzione sociale del Pubblico sia stata caricata sulle spalle di un privato che vuole suolo tornare a godere della sua proprietà».
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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