I FAMILIARI
CASTELFRANCO «Voglio giustizia, ho perso mio figlio». Parole

Martedì 22 Ottobre 2019
I FAMILIARI CASTELFRANCO «Voglio giustizia, ho perso mio figlio». Parole
I FAMILIARI
CASTELFRANCO «Voglio giustizia, ho perso mio figlio». Parole amare, pronunciate da un cuore infranto. Quello di Jasbir Rathor, papà di Sukhraj, 14enne vittima ieri di un malore improvviso durante l'ora di educazione fisica a scuola. Insieme a lui, in quello che è stato un interminabile pomeriggio contraddistinto da un dolore incontenibile, i famigliari accorsi appena saputa la notizia, non solo da Riese, dove Sukraj viveva con i genitori e il fratello maggiore ma anche zii e cugini da San Martino di Lupari. Tutti stretti attorno al lancinante senso di vuoto di Jasbir Rathor, della moglie Jasvir Kaur e di loro figlio Harminder che ha passato tutto il pomeriggio a stingere la mano della sua mamma costretta a sdraiarsi in un letto di una stanzina del pronto soccorso.
IL RICOVERO
La donna in preda ad una crisi di panico è stata ricoverata in ospedale: continuava ad urlare il nome del figlio, incredula che una simile tragedia avesse colpito proprio il suo bambino. «Stava bene tanto che anche gli ultimi esami per il certificato medico sportivo avevano dato un risultato positivo e oggi avrebbe giocato la sua prima partita di calcio della stagione. Non so cosa sia successo, non riesco a trovare una ragione a tutto questo, qualcuno deve darmi delle spiegazioni», continua il padre mentre guardandosi attorno cerca l'affetto dei suoi famigliari e lo sguardo dei medici. Tutti attoniti seduti nel corridoio del pronto soccorso del San Giacomo per tutto il pomeriggio a interrogarsi sul perché una simile tragedia avesse colpito proprio loro, proprio il loro Sukhraj. «Era molto bravo, non ci ha mai dato problemi a casa. Era un ragazzo per bene, educato e rispettoso lo ricorda il papà . Chiedeva sempre il permesso per fare qualsiasi cosa e quando usciva ed aveva un orario di coprifuoco lo rispettava sempre. Non ci ha mai dato motivi per preoccuparci, andava molto bene anche a scuola, i suoi voti erano sempre positivi». Un fulmine a ciel sereno che ha sconvolto la stabilità di una famiglia molto unita. «Stavo andando al lavoro quando mi ha chiamato la scuola dicendomi che mio figlio si era sentito male afferma il padre - Ho girato la macchina e da Riese Pio X sono arrivato direttamente qua, in pronto soccorso perché dalla scuola mi avevano detto che avevano contattato l'ospedale e che lo stavano portando lì. Quando sono arrivato era già morto, non ho potuto fare niente».
IL DOLORE
Nel corridoio del pronto soccorso riecheggiano le urla di Jasvir Kaur che grida il nome di suo figlio mentre, anche gli altri parenti si interrogano sulle cause di quanto accaduto. «Non può essere vero, non può essere vero. Non può essere successo davvero», ripete un cugino in sala d'attesa. «Era una brava persona, non è giusto. Non ha mai avuto problemi di nessun tipo né con gli amici né con i compagni e neanche a scuola. L'ultima volta che l'ho visto era sabato e abbiamo giocato insieme alla Playstation e stava bene. Quel giorno abbiamo riso un sacco, lui rideva con me e oggi non c'è più. Com'è possibile?», chiede. Domanda alla quale una risposta al momento non c'è ma per la quale i medici hanno predisposto un'autopsia che a giorni darà il risultato sui motivi che hanno provocato l'arresto cardiaco. «Aveva fatto una visita medico sportiva sotto sforzo proprio giovedì scorso e il risultato era positivo tanto che aveva ripreso a giocare a calcio sottolinea lo zio Parmjit Singh Il 19 settembre avevamo festeggiato i suoi 14 anni con una festa in famiglia ed era molto felice. Anche ieri mattina, prima di andare a scuola era tranquillo, non aveva dato a nessuno segnali per i quali avremmo dovuto preoccuparci».
Lucia Russo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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