Famiglie in crisi, redditi in calo aumentano le richieste di sussidi

Venerdì 9 Aprile 2021
Famiglie in crisi, redditi in calo aumentano le richieste di sussidi
IL DATO
TREVISO Per molti di loro il lavoro, già in precedenza, era precario, discontinuo, grigio. La pandemia ha inevitabilmente peggiorato le cose. Anche nella Marca la prolungata emergenza Covid sta provocando un incremento di nuove povertà o, quantomeno, di persone a rischio di povertà. Lo specchio più immediato e fedele della situazione è rappresentato dalle domande per l'Isee, la certificazione della ricchezza del nucleo familiare, senza la quale non si può accedere alla maggior parte dei sussidi e dei bonus destinati ai chi naviga in cattive acque economiche. L'Acli di Treviso non solo conferma, sulla scia ad esempio del Caaf Cgil, il boom di pratiche negli ultimi mesi, ma evidenzia come stiano via via regredendo le condizioni stesse dei richiedenti. Nel primo trimestre dell'anno, infatti, gli uffici dell'organizzazione dei lavoratori di ispirazione cattolica hanno compilato il doppio degli Isee rispetto al medesimo periodo del 2021. Non solo, queste attestazioni sono, in media, più povere: quelle per la fascia di reddito da tremila a quindicimila euro annui, al 31 marzo scorso, costituivano il 54% del totale, a fronte del 46% di un anno fa. Se la quota di Isee tra zero e tremila euro è rimasta stabile (pari al 13%), sono in calo proprio le classi leggermente superiori: le istanze da 15.001 a 25mila euro scendono al 21% contro il 24% dell'anno scorso, quelle oltre i 25mila euro annui si fermano al 12%, cinque punti in meno nel giro di dodici mesi.
L'ALLARME
Per Andrea Citron, presidente di Acli Service Treviso (la struttura che gestisce i servizi del sindacato), l'analisi di un simile andamento è chiara e, allo stesso tempo, preoccupante: «Da un lato l'Isee è diventato sempre più lo strumento universale per la richiesta di contributi pubblici e per modulare gli scaglioni di accesso, vedi anche l'assegno unico per i figli. Dall'altro lato, i dati ci forniscono l'ennesima riprova del depauperamento che stanno vivendo le nostre famiglie, soprattutto a causa della perdita di reddito da lavoro». Citron cita anche le recenti stime dell'Istat, secondo cui il virus stanno pesando in particolare nel Nord Italia: «Le famiglie in povertà assoluta sono passate dal 5,9% del 2019 al 7,6% e la spesa media mensile si è ridotta del 10%».
REDDITO DI EMERGENZA
Intanto è scattata la corsa per le richieste del Reddito di emergenza per l'anno in corso: c'è tempo fino al 30 aprile per presentare domanda. La misura di sostegno al reddito istituita l'anno scorso dal Decreto Rilancio è stata confermata dal recente Decreto Sostegni, che prevede il riconoscimento di tre quote (da 400 euro) di reddito di emergenza per i mesi di marzo, aprile e maggio 2021, allargando la platea dei possibili beneficiari. «Da mercoledì 7 aprile è possibile presentare la domanda avvalendosi gratuitamente degli sportelli del Patronato - spiegano i responsabili dei patronati Cisl Michela Fuser e Stefano Gris -: il nuovo Rem potrà essere richiesto anche dai disoccupati». «Il grande numero di richieste e l'interesse che stiamo registrando per il Rem - commenta il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini - è uno dei tanti indicatori che confermano le enormi difficoltà che stanno vivendo sempre più famiglie. Il disagio sociale è in aumento».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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