Usura, obbligo di dimora per Pizzo

Mercoledì 24 Luglio 2019
Usura, obbligo di dimora per Pizzo
INCHIESTA PER USURA
ROVIGO Dopo 129 giorni ai domiciliari, ieri Rubens Pizzo, che proprio domani compirà 45 anni, è tornato libero. Il giudice per le indagini preliminari Silvia Varotto, infatti, ha deciso di attenuare la misura cautelare nei suoi confronti: dagli arresti domiciliari, cui era sottoposto dal giorno del suo arresto, il 16 marzo, nell'ambito dell'inchiesta Costrictor, che lo vede accusato dell'ipotesi di reato di usura, all'obbligo di dimora a Rovigo, che gli impone di non allontanarsi, senza autorizzazione, dal territorio comunale, nonché di stare in casa dalle 23 alle 7, ma che gli permette di uscire liberamente per tutta la giornata. Dovrà, per ora, rinunciare a stare fuori la sera, proprio lui che è stato per anni uno degli animatori delle notti rodigine. Pizzo, infatti, anima della Pizzeria Vesuvio, ha gestito in passato il Piccolo Bar, ha collaborato al successo del fu Tempi Moderni in Area Tosi, è stato titolare del locale El Borrachito, è fra i gestori del Corsopolitan in corso del Popolo. E, dopo aver riempito piazza Garibaldi con gli aperitivi del giovedì ed aver avuto in mano l'organizzazione della Notte bianca e delle manifestazioni natalizie, è stato nominato vicepresidente della Pro Loco.
Il suo commento è affidato ad un breve e sintetico comunicato diramato dai suoi legali: «Rubens Pizzo comunica di aver ottenuto la revisione della misura cautelare degli arresti domiciliari, sostituita con quella dell'obbligo di dimora nel Comune di Rovigo. Ogni altra considerazione è, allo stato, prematura. Egli, per ora, ringrazia semplicemente i propri avvocati Dania Pellegrinelli e Michele Brusaferro, per la vicinanza e per il lavoro svolto». Anche Pietro Gianella, 52enne di Goro, imprenditore nel settore ittico, arrestato insieme a Pizzo con la stessa accusa, anche se per fatti non direttamente collegati, non è più ai domiciliari da maggio, quando il sostituto procuratore Sabrina Duò, che coordina le indagini, ha notificato l'avviso di conclusione indagini. Tutto nasce dalla denuncia presentata nel giugno di un anno fa da due imprenditori nel settore ortofrutta che lamentavano di essere vittime di usura. E' stato così messo sotto controllo il telefono di Jin Changlou, che risultava avere prestato denaro ai due e ad altre persone tra cui C.Y., amministratrice di fatto di un'impresa di Bologna. I carabinieri hanno ascoltato così anche delle telefonate fra questa donna e Pizzo, riguardanti la restituzione di una somma di denaro. Secondo l'accusa con un tasso usurario del 200%.
F.Cam.
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