IL CANDIDATO
ROVIGO Priorità ai rodigini e decoro: questo il punto focale

Sabato 18 Maggio 2019
IL CANDIDATO ROVIGO Priorità ai rodigini e decoro: questo il punto focale
IL CANDIDATO
ROVIGO Priorità ai rodigini e decoro: questo il punto focale del programma di Marco Venuto, candidato sindaco di CasaPound.
Cosa farebbe nei suoi primi 100 giorni di amministrazione? Innanzitutto credo sia ovvio che la priorità, una volta eletti, sia sistemare almeno le buche delle strade e le questioni più urgenti. La seconda cosa, sulla quale lavoreremo da subito, è rimettere i rodigini in cima alle graduatorie degli alloggi popolari, servizi sociali, asili nido, inserendo la preferenza nazionale come criterio di assegnazione punti e applicare il decreto 2014 sulla autenticità dei modelli Isee per gli extracomunitari. Insomma, cercheremo di rimettere i rodigini, e chi risiede qui da almeno 10 anni, al primo posto nella loro città. Un'altra cosa è lo spostamento della stazione delle corriere: probabilmente il commissario non ci riuscirà con i tempi e quindi lascerà preparato tutto per ridare decoro sia alla piazza Cervi.
Quale punto del suo programma elettorale ritiene sia il più importante?
Il programma è articolato e complesso, ma si poggia su tre pilastri: sociale, sicurezza e rilancio di centro e frazioni. Sono tre aspetti collegati tra loro e che non si possono scindere. Nel sociale ho lanciato una proposta, ovvero che la giunta ed il sindaco devolvano una parte dei loro compensi in un fondo per le emergenze sociali. Una cassa gestita dai servizi sociali per comprare alimenti, pannolini, materiale didattico per asili e disabili, dimostrando che la politica sa dare un esempio in anni come questi, per uno spirito di comunità. Nel sociale per noi è importante anche aprire uno sportello per i cittadini, nel quale gli amministratori di volta in volta si facciano trovare presenti per ascoltare la città e i problemi della gente. Non c'è più stato un rapporto tra amministratori ed amministrati: la distanza va ridotta. Il rilancio del centro è fondamentale, se si desertifica e si perdono i suoi servizi l'unica maniera per fare rinascere la città è fare ripartire il centro storico, che è un malato grave ma non terminale a cui serve con cura-shock, non palliativo. Qualcosa di radicale, come togliere il pagamento dei parcheggi dalle 16 alla mattina successiva, quando diventa il salotto di città. Si può fare tagliando qualche consulenza, qualche spesa, visto che in passato se n'è abusato per favorire amici degli amici. Inoltre, anche un marchio per i negozi del centro, un calendario unificato degli eventi tra Comune e associazioni di categoria e la cosa più importante e qualificante: una card per gli studenti di Rovigo.
Ha già pensato a una possibile giunta?
Il giorno dopo le elezioni presenteremmo la squadra alla città.
Si parla tanto di buche o problematiche legate all'ordinaria amministrazione del Comune: ma riguardo quella straordinaria? Quali sono le proposte alla città di Venuto?
Voglio che Rovigo torni capoluogo non solo del Polesine, ma anche del Veneto meridionale per servizi e offerta. Ha le potenzialità e deve essere questo perché, strategicamente, Rovigo si colloca per esserlo e non lo è mai stata perché non c'è mai stata la capacità prima d'ora di fare squadra nei momenti davvero importanti. Non ultimo, quanto sta capitando con il tribunale.
Dovesse non andare come spera, cosa farebbe?
Il nostro elettorato potrebbe avere come sbocco la Lega o il centrodestra: a Rovigo sono assolutamente invotabili perché negli ultimi 10 anni hanno dimostrato la loro totale incapacità. Se non ci è riuscito Bruno Piva e nemmeno Bergamin, è difficile che ci riesca Gambardella. Mi spingo più in là: fosse eletta sindaco, in due o tre anni si tornerebbe a votare. Al ballottaggio noi diremmo ai nostri elettori di votare secondo coscienza: possono scegliere tra il mare, la montagna, le alternative sono molte.
CasaPound non è mai stata in consiglio comunale a Palazzo Nodari. Per voi è una forte responsabilità questa elezione?
Noi sentiamo la forte necessità di entrare in consiglio, perché dove entra CasaPound, come a Ostia o Grosseto, si fa davvero opposizione e si fa sentire la voce dei cittadini. Questo fa molta paura al sistema. Dove andiamo noi tiriamo davvero fuori le carte dai cassetti e le facciamo vedere. È una responsabilità importante, perché un nostro consigliere sarebbe un sindacalista del popolo.
CasaPound è di destra o estrema destra? E a chi vi etichetta come xenofobi cosa rispondete?
Dobbiamo intenderci su cosa vuol dire destra. Perché se vuol dire essere conservatori, liberali, noi non lo siamo. Siamo identitari e sovranisti, che è ben diverso. Crediamo nella sovranità della nostra nazione. Le etichette che ci danno gli altri ci interessano molto poco. Siamo per la salvaguardia di certe tradizioni più a destra di chi dice di farne parte, sul sociale siamo più a sinistra di chi dice di esserci. Chi dice che siamo xenofobi non ci conosce: il razzismo non esiste in CasaPound e credo che pochi sappiano che è l'unico movimento politico che ha una Onlus, la Solidarieté Identité che aiuta le popolazioni in Asia e Africa. L'immigrazione è il frutto di non aver saputo gestire l'identità delle nazioni nel mondo.
Alberto Lucchin
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