LA MATURITÁ
PORDENONE L'esame di Stato che resterà negli annali è

Giovedì 18 Giugno 2020
LA MATURITÁ
PORDENONE L'esame di Stato che resterà negli annali è iniziato e procede in modo regolare. Chi ha salutato la propria scuola per l'ultima volta rivela che il rito verso una vita adulta, andava fatto. I ragazzi hanno vinto in partenza perché sono stati alle regole sia durante la punta più alta dell'emergenza sanitaria, quando è stato loro chiesto di non uscire di casa, perdendo uno degli anni più belli della vita sociale, che attraverso lo studio continuo a distanza, con le difficoltà di stare incollati per molte ore al video. E in questi giorni l'ultimo step da batticuore, rivedere i prof distanziati con mascherina, gel ovunque e nastri per indicare i percorsi. Davanti agli occhi dei maturandi un cantiere, un ospedale, più che una scuola.
LA TENSIONE
Per la tensione d'esame dichiara Lorenzo Martin, il primo ad uscire dall'istituto Flora, indirizzo Servizi commerciali, noto nel pordenonese per le indiscusse doti calcistiche, in forza al Torre si faceva fatica a respirare con la mascherina, per fortuna l'abbiamo potuta abbassare durante il colloquio. Non posso nascondere una grande emozione nel vedere tutti assieme i miei insegnanti dopo tanti mesi. L'esame andava sostenuto se pur facilitato con solo l'orale, è stata una grande soddisfazione personale, un momento indimenticabile. Anche Gianmarco Tassan esce fiero dall'Isis Mattiusssi-Pertini dopo aver frequentato l'indirizzo Servizi informatici aziendali. Un effetto alquanto strano fa sapere ritornare a scuola dopo tanti mesi, sono soddisfatto del mio esame, i primi venti minuti li ho passati esponendo l'elaborato di indirizzo, poi sono passato alla poesia con Ungaretti, collegandomi alla prima guerra mondiale, infine marketing, la legalità. E ora? Andrò al lavoro, fa sapere il giovane pronto ad affrontare la nuova avventura occupazionale.
LE COMMISSIONI
Mateos Moro ricorda con ansia l'approccio davanti ad una commissione distanziata con le mascherine e quel clima difficilmente rilassante. La mascherina chirurgica dei professori non consente di vedere l'espressione, i sorrisi, gli ammiccamenti, tutto si fa più ovattato. Non sapevo come approcciarmi con i professori che non vedevo da mesi, ricorda Moro in uscita dall'istituto Flora, pronto per lavorare un anno e riflettere su quale percorso universitario intraprendere l'esame è molto diverso da quelli del passato. Una maturità in sicurezza con controlli attenti e pulizia accurata tra un esaminando e quello successivo che lascia dei rimpianti. E' stata una bella esperienza riflette Giulia Pescarollo, fresca di maturità ma avrei desiderato negli ultimi giorni di scuola frequentare con i miei compagni. Ora mi riposerò in questi mesi estivi e cercherò da settembre lavoro. Francesco Maglie del Pujati legge l'esame di Stato da un altro punto di vista. Non per tutti può essere considerata una maturità più semplice rispetto al passato, perché spesso chi non se la cava con l'orale può compensare con gli scritti. La prova secca, invece, non consente altre possibilità afferma il giovane pronto a iscriversi alla facoltà di Ingegneria a Trento la difficoltà nel vedere gli insegnanti distanziati con le mascherine è stata solo iniziale, dopo poco ci si abitua.
I DIRIGENTI
La dirigente Teresa Tassan Viol del Leopardi-Majorana è certa della sicurezza e regolarità della prova nell'anno covid. I colloqui precisa si svolgono con serenità e disponibilità da parte delle commissioni nei confronti dei ragazzi. Essendo un appuntamento molto importante un po' di ansia è naturale, ma sono assenti gli elementi di sorpresa tipici dell'esame di Stato con le prove che provengono dal ministero. Ma ciò che conta questa volta non sono tanto gli argomenti d'esame, quanto la voglia di varcare quell'ingresso. Finalmente sono rientrati a scuola puntualizza Tassan Viol un edificio più vuoto di quello che hanno lasciato, ma il senso di continuità con i loro professori mai è mancato attraverso le videolezioni.
Sara Carnelos
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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