Scritte islamiche, bandiere strappate e muri imbrattati. Il questore: «Probabile una sola mano per tre episodi»

«Non si tratta di ragazzate» ha affermato il questore. C’è qualcosa di più.

Mercoledì 29 Novembre 2023 di Marco Agrusti
Scritte islamiche, bandiere strappate e muri imbrattati. Il questore: «Probabile una sola mano per tre episodi»

PORDENONE - «Non sono ragazzate». Bastano tre parole, soprattutto se attribuite alla massima autorità provinciale in fatto di sicurezza e polizia, per passare da un piano all’altro. Dalla stigmatizzazione di una bravata a un allarme di un altro livello, che porta Pordenone in un territorio fino ad oggi sconosciuto: la minaccia di matrice islamista portata dalle nuove, anzi nuovissime generazioni. Le parole sono quelle pronunciate dal questore di Pordenone Luca Carocci. E il contesto è quello - allarmante - di un’unica regia dietro a tre episodi apparentemente distinti: la scritta inneggiante ad Allah comparsa a inizio ottobre sul muro del campanile di San Odorico a Sacile, l’imbrattamento con la vernice rossa della parete di palazzo Klefish in centro città e la bandiera di Israele strappata dalla facciata del municipio di Pordenone. «Stiamo lavorando esattamente su questo punto - ammette il questore -, cioè sulla matrice unica per i tre episodi». 


COSA SUCCEDE
«Se dovessimo appurare che alle spalle dei tre fatti elencati - spiega ancora il questore di Pordenone - ci fosse la stessa “mano”, saremmo di fronte ad un problema di natura diversa». Perché passi una volta, passino anche due, ma il terzo indizio sta diventando la classica prova. Il video girato dai ragazzini minorenni davanti al municipio, con uno dei coetanei che si è arrampicato sulla facciata del municipio per strappare la bandiera israeliana al ritmo di una canzone trap araba inneggiante anche a Saddam Hussein, ha forse rappresentato il punto di non ritorno. La molla per fare in modo di andare a fondo. Esiste, in provincia di Pordenone, un sostrato di ribellione a tinte religiose tra i più giovani? C’è un rischio di radicalizzazione connesso alla frequentazione di scuole coraniche spesso poco tracciate o poco tracciabili? «Non si tratta di ragazzate», ripete il questore Luca Carocci. C’è qualcosa di più.

Tanto che proprio le forze dell’ordine, in modo unitario, stanno aumentando di concerto con la Prefettura, il lavoro di sorveglianza destinato proprio alle comunità che accolgono i minori stranieri. «Un surplus di attenzione», ha confermato il massimo esponente della polizia sul territorio.


I RISCHI
La scia di episodi sospetti è iniziata in modo sinistro proprio il 7 ottobre, cioè durante la notte coincisa con l’attacco terroristico di Hamas contro i civili israeliani. In quelle ore una mano ancora ignota ha imbrattato con una scritta inneggiante ad Allah il campanile della chiesa di San Odorico a Sacile. Pochi giorni dopo, altra scritta in arabo, sempre a Sacile ma in un sottopasso. Il secondo allarme è suonato a Palazzo Klefish, in pieno centro a Pordenone. Vernice rossa sull’immagine proiettata della bandiera di Israele. Infine la banda di ragazzini che con la musica araba in sottofondo ha dato l’assalto alla bandiera issata sul Municipio. Da fatti isolati a una matrice unica, a questo sta lavorando la Questura di Pordenone. «Al momento - ha spiegato sempre il questore della città - stiamo parlando di persone minorenni». Il permesso di soggiorno sul territorio italiano, però, dovrà essere rinnovato al compimento della maggiore età. E se sarà appurata una continuità e soprattutto una mano unica dietro ai tre episodi, allora proprio il rinnovo diventerà tutto tranne che scontato. Di certo l’attenzione si è alzata su un fenomeno - quello della possibile radicalizzazione giovanile nelle seconde e terze generazioni di immigrati - che sembrava non toccare la tranquilla e sonnecchiosa Pordenone. 


LO SDEGNO
«Tolleranza zero verso questi atti vergognosi. Come Fratelli d’Italia condanniamo fermamente il gesto, paurosamente riconducibile a gesta di Hamas, oltre che la sua spettacolarizzazione tramite video. Ci sia una condanna unanime, senza infingimenti e tentennamenti», ha detto il parlamentare Emanuele Loperfido riferendosi alla bandiera strappata dal municipio di Pordenone. «Non possiamo proprio accettare questi fatti. E non perché si tratta - per quanto risulta - di minorenni li possiamo liquidare come ragazzate. L’Italia e Pordenone sono territori accoglienti, con chi rispetta le regole. Non consentiamo l’antisemitismo, in nessuna forma». «Questi giovani si sono ripresi con un cellulare mentre compivano questi gesti e in seguito hanno montato un video che hanno musicato per bene, usando una loro canzone in arabo rappato, per poi renderlo pubblico e vantarsi di fronte a un loro mondo, ma non solo», ha aggiunto il consigliere regionale Markus Maurmair. 

Ultimo aggiornamento: 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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