Ciriani: la Regione deve ascoltare il territorio

Domenica 16 Giugno 2019
Ciriani: la Regione deve ascoltare il territorio
NIENTE CONTRIBUTI
PORDENONE «È comprensibile che associazioni e sindaci del territorio siano arrabbiati e delusi per i tagli da parte della Regione ai contributi per gli eventi che hanno ricadute turistiche. Non è pensabile che alcune manifestazioni che negli anni hanno mostrato di portare molta gente in città, e non è solo il caso di Incontriamoci ma anche di altri eventi come il Festival Le Voci dell'inchiesta e quello del Cinema Muto, siano tagliati fuori dai finanziamenti». Non ha dubbi il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani sul polverone che si è sollevato dopo la sforbiciata di ben 250 mila euro complessivi per eventi organizzati nel Friuli occidentale.
UN CORRETTIVO
Secondo il primo cittadino il problema sta nel sistema con il quale funzionano i bandi. «È vero che c'è una commissione, ma non è neanche possibile lasciare ogni decisione esclusivamente alle carte. I progetti vanno fatti correttamente, ma non è nemmeno possibile che eventi di una grande portata vengano tagliati fuori per una carenza formale nella domanda. Occorrerebbe - aggiunge il sindaco - che ci fosse un correttivo nella procedura: una sorta di inserimento di filtro territoriale per capire qual è il valore sostanziale di quello specifico evento sul territorio. Insomma, la valutazione non può basarsi solo sulla formalità della domanda, va valutata anche la sostanza. E questo lo si può fare conoscendo il territorio». Come dire: i bandi così come sono mostrano di non funzionare. «Rischiano solo - secondo Ciriani - di essere una tagliola e di creare danni sul territorio. Vanno certo bene la discrezionalità, la trasparenza e l'oggettività nelle graduatorie. Ma non ci si può dimenticare della sostanza. Se un evento porta migliaia e migliaia di persone non può essere escluso dai finanziamenti perché manca qualcosa nella domanda». Ma come superare quella che viene definita valutazione formale? «Serve un passaggio con il territorio. Si istituisca una procedura. Si chieda a chi sta sul territorio. Se non al sindaco, lo si chieda alla Camera di commercio o a qualcun'altro. Ma bisogna evitare situazioni come quelle che si sono create con l'ultimo bando».
DA TRIESTE
Molto probabilmente dagli uffici degli assessorati triestini non è possibile cogliere alcuni aspetti legati proprio alle ricadute degli eventi sui singoli territori. Ed è per questo che viene invocata una maggiore attenzione alla sostanza degli eventi, oltre che alle formalità procedurali dei bandi. E il sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair (tre gli eventi tagliati nel suo territorio) individua il problema ancora più a monte. «La questione - sottolinea - nasce anche dal fatto che non può la Regione occuparsi delle piccole, seppure importantissime, sagrette o tornei sportivi che ricevono 2 o 3 mila euro. La Regione dovrebbe occuparsi degli eventi che hanno una ricaduta importante, regionale o extraregionale. Per tutti gli altri eventi - piccoli e medi, sui quai fino a quando c'è stata interveniva la Provincia - sarebbe auspicabile che la Regione girasse le risorse ai Comuni che, attraverso dei bandi vincolati e su misura locale, possano provvedere a finanziare le iniziative dei loro territorio. Iniziative che certo conoscono meglio di chiunque altro. E in ogni caso - è l'idea di Maurmair - la politica non può nascondersi dietro ai bandi e dietro agli algoritmi dei funzionari che decidono come dare i soldi pubblici. Deve essere la politica a fare le scelte assumendosene la responsabilità. Che in fondo, nelle democrazie liberali elettive, è proprio il suo mestiere».
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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