Il pioniere Leonino da Zara nel 1909 qui scrisse la storia

Domenica 27 Maggio 2018
Il pioniere Leonino da Zara nel 1909 qui scrisse la storia
L'ANEDDOTO
CASALSERUGO Un territorio adatto al volo. Vuoi per la protezione dei Colli Euganei, che regalano uno scudo naturale a venti e nebbie, vuoi per la pozione geografia al centro della piana Padana. Per questo il padovano era stato individuato dal Comando supremo dell'esercito come luogo per creare i campi di volo durante la Prima guerra mondiale e preparare la resistenza sul fronte, dopo la rotta di Caporetto. Ma che Padova e la sua provincia fossero il posto migliore da cui spiccare il volo verso il cielo, l'aveva già pensato un giovane possidente terriero, appassionato di macchine volanti.
Casalserugo, frazione di Ronchi (che poi, quasi per forza, diventerà Ronchi del Volo), 1909. Lì, al confine con Bovolenta, in un campo di sua proprietà, il barone Leonino da Zara costruisce il primo aeroporto civile d'Italia. «Un campo immenso, senza confini lo descrive - con un limitare di colli lontani e un'infinita quiete fuori dal rumore del mondo. La strada che porta a Padova e alle borgate vicine taglia d'un nastro rettilineo il verdissimo dei prati».
CHI ERA
Leonino da Zara nasce a Padova l'11 agosto 1888 da una famiglia di origine ebrea tra le più ricche del Veneto, e cresce a Casalserugo, nella vasta proprietà di famiglia. Nella sua vita sarà (quasi) tutto: aviatore, pilota automobilistico e scrittore italiano, pioniere dell'Aeronautica italiana, fondatore del primo Aero Club italiano, nonché del primo aeroporto privato del Paese. Una figura poliedrica a cui il regista Mauro Vittorio Quattrina ha dedicato il film Le ali di un sognatore, Leonino da Zara uscito nel maggio 2016. Iscritto alla facoltà di Giurisprudenza a Padova non si laureò mai, prediligendo alla carriera forense i motori: fonda l'Automobile Club del Veneto di cui è primo presidente e si dedica all'organizzazione di gare alle quali naturalmente partecipa anche. Tra queste la Padova-Bovolenta, ribattezzata Record 10 chilometri che avrà purtroppo un tragico epilogo: nel 1909 una serie di incidenti coinvolgono pubblico - 50 mila persone a bordo della strada, incantate a osservare il rombo dei bolidi dell'epoca, spinti da una cultura marinettiana e futuristica - e piloti: un morto e decine di feriti, il bilancio di quella giornata. Che lascia un segno nella vita di Leonino da Zara. Il saluto, in grande stile, al mondo dell'automobilismo è servito alle cronache e all'epica il 9 maggio 1909 quando a Modena, Leonino da Zara stabilisce il nuovo record mondiale sul miglio.
LO SGUARDO VERSO IL CIELO
Con i motori lasciati alle spalle, il barone si dedica all'altra sua grande passione, il volo. Il giorno da segnare sull'agenda della storia è il 15 novembre 1909 quando in quel campo tra Bovolenta e Casalserugo, a Ronchi - dove oggi c'è un villaggio residenziale - viene tagliato il nastro del primo aeroporto civile d'Italia, completo di pista e hangar di legno e mattoni dipinti in azzurro per il ricovero dei velivoli. «Inaugurando oggi il campo sperimentale di aviazione, il mio pensiero è rivolto a S.M. il Re che tanto entusiasmo mostra per la causa della navigazione aerea per la difesa della Patria. Per il cortese tramite di V.E. mi sento il dovere di mettere il campo di aviazione di Bovolenta a disposizione di sua Maestà per quanto potesse tornare di utilità alla flotta aerea del nostro Esercito», recita il telegramma spedito da Leonino da Zara al re Vittorio Emanuele III. Nel 1911, l'aeroporto di Ronchi è riconosciuto anche come campo d'aviazione militare. Lo frequentano rappresentanti della casa reale, parlamentari, uomini e donne di spettacolo e cultura. Tra loro c'era anche lo scrittore Gabriele D'Annunzio che di Leonino diverrà amico e sodale. E con cui volerà su Vienna.
Nicola Munaro
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