SURUC - Il terrorismo di marca Isis supera il confine siriano e fa strage in Turchia

Martedì 21 Luglio 2015
SURUC - Il terrorismo di marca Isis supera il confine siriano e fa strage in Turchia
SURUC - Il terrorismo di marca Isis supera il confine siriano e fa strage in Turchia uccidendo circa trenta persone. A essere colpito è stato un centro culturale a Suruc, a una decina di chilometri dalla frontiera. Lì, poco prima di mezzogiorno, un attentatore kamikaze si è fatto esplodere in mezzo a una folla di attivisti socialisti giunti da Istanbul, Ankara, Smirne e Diyarbakir, per dare il via a una missione di aiuto che fino a domenica li avrebbe condotti nella vicina città curda siriana di Kobane, martoriata da mesi di conflitto con l'Isis.
Lo scoppio violentissimo ha sorpreso gli attivisti che sventolavano striscioni di solidarietà: 23 sono morti sul colpo, gli altri dopo i ricoveri negli ospedali. I feriti sono quasi un centinaio, una decina in gravi condizioni. «Le nostre prime indagini indicano che l'attacco suicida è stato commesso dall'Isis» ha detto a fine giornata il premier turco Ahmet Davutoglu, senza però svelare l'identità del terrorista che i media turchi hanno individuato in una ragazza appena diciottenne, riuscita a mimetizzarsi senza difficoltà tra tanti suoi coetanei. Al momento dell'esplosione erano circa trecento i presenti nel giardino del Centro culturale Amara, tappa quasi obbligata per chi si reca a Kobane che dista appena una trentina dichilometri.
Alla popolazione curda i giovani socialisti turchi volevano portare aiuti per la ricostruzione e anche giocattoli per i bambini, ma la loro missione di solidarietà si è interrotta nel modo più truce. Il campo di accoglienza di Suruc è il più grande della Turchia e ospita 35 mila rifugiati, la maggior parte fuggiti proprio da Kobane. Quasi in simultanea un attentato suicida è avvenuto anche a Kobane. Non pare proprio una coincidenza casuale. «Questo attacco è contro l apace, la democrazia e la stabilità di tutta la Turchia» ha detto Davutoglu.
In visita alla Repubblica secessionista turca di Cipro - che solo Ankara riconosce - il presidente Recep Tayyip Erdogan ha condannato l'«atto di terrorismo». Ma il suo governo è da molti giudicato troppo morbido nel contrasto agli jihadisti.
Intanto in Afghanistan due elicotteri statunitensi hanno attaccato dopo l'alba, per un tragico errore, due check-point militari afghani nella provincia orientale di Logar, uccidendo quattordici soldati afghani e ferendone cinque: il più tragico caso di «fuoco amico» dall'arrivo della coalizione a guida Usa, nel 2001, e che come al solito gioca a favore degli insorti. Il ministero della Difesa afghano ha affermato che gli aeromobili americani sorvolavano una zona dov'erano in corso combattimenti fra le forze di sicurezza afghane e i talebani quando sono diventati obiettivo di un lancio di razzi da parte degli insorti. Questa versione dell'episodio non è stata però confermata dal governatore della provincia di Logar, Mohammad Halim Fidai, secondo il quale «sui check-point sventolavano chiaramente bandiere afghane», mentre «nel distretto non c'erano scontri armati.
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