L'INCHIESTA
BELLUNO Sotto la lente della Procura il muretto in sassi che non

Domenica 21 Ottobre 2018
L'INCHIESTA
BELLUNO Sotto la lente della Procura il muretto in sassi che non ha trattenuto l'autotreno guidato da Ivano Bonaldo, 61 anni di Tessera (Venezia), corriere della Bartolini. Il pm Katjuscia D'Orlando ha aperto un'inchiesta per omicidio stradale, che vede al momento indagato solo il conducente della Passat Volkswagen, Massimo De Nardi, 44 anni di Longarone. In quello schianto anche lui ha rischiato la vita. L'uomo infatti venerdì intorno alle 12.30, al volante della sua station wagon, avrebbe invaso la corsia opposta, mentre procedeva da Belluno a Ponte nelle Alpi. Se non vi fosse stata la disperata manovra del camionista, che arrivava dalla direzione opposta e che ha sterzato nel tentativo di evitare il frontale, quasi certamente l'automobilista 44enne non sarebbe sopravvissuto, finendo contro l'autotreno. Invece Bonaldo, camionista esperto, ha tentato in tutti i modi di evitare quell'incidente, che avrebbe messo a rischio il suo lavoro di autista. E ha pagato con la vita.
Ieri mattina è stato effettuato il riconoscimento dei famigliari (Bonaldo aveva due figlie) e l'ispezione cadaverica esterna, all'obitorio di Belluno. Ivano Bonaldo è morto per il grave politrauma da schiacciamento. Forse non indossava le cinture e è stato sbalzato fuori dalla cabina del camion, che poi gli è finita sopra, non lasciandogli scampo. Un volo di oltre 30 metri sotto il ponte della statale 50 che si trova proprio di fronte al centro commerciale Veneggia. I carabinieri del Radiomobile di Belluno che hanno effettuato i rilievi ora accerteranno con precisione di chi è di competenza quella zona di statale: Anas o Comune. Passeranno sotto la lente anche le caratteristiche del manufatto in sassi che costeggia la statale in quel tratto e che a occhio nudo non sembra adeguato a trattenere i veicoli che ci finiscono sopra. Non adeguata l'altezza, come appare a prima vista. Ma nemmeno la struttura in sassi. Tutto questo sarà verificato dai militari, su delega della Procura che vuole fare chiarezza su eventuali responsabilità. Al vaglio poi i cellulari di entrambi i conducenti, che sono stati sequestrati insieme ai mezzi, a disposizione degli inquirenti. Inspiegabile infatti l'invasione di corsia: l'automobilista potrebbe aver avuto un malore, ma potrebbe essere stata anche una distrazione.
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