Esame al cuore solo se è stato prenotato: Cgil infuriata

Giovedì 21 Novembre 2019
LA DENUNCIA
Cgil in fibrillazione: a rivelarlo non è l'elettrocardiogramma. Ma l'esame ne è invece la causa.
«Alcuni nostri associati, semplici cittadini del territorio - spiegano Mauro De Carli, segretario Generale, e Rita Gentilin, segretaria della Spi, ci hanno avvisato che l'esame di elettrocardiogramma al San Martino di Belluno, fino a poco fa eseguito in libero accesso dopo prescrizione del medico di base, ora viene eseguito su appuntamento e l'esito verrebbe consegnato solo dopo attesa, nello specifico nel pomeriggio, comportando per l'utente un secondo passaggio in ambulatorio. Allo stesso Cup non sarebbero informati di questa nuova procedura e pertanto nessuno viene avvisato. Contestiamo questa metodologia organizzativa sia perché banalmente comporta maggiori costi e disguidi per i pazienti, molti dei quali senza disponibilità di tempo o di mezzi di trasporto, sia perché avevamo proprio recentemente chiesto che l'organizzazione complessiva della Usl avesse a riguardo una maggiore attenzione nel gestire appuntamenti e visite specialistiche il più vicino possibile alle residenze dei pazienti, evitando loro viaggi e richieste di assistenza ai familiari». Una richiesta di chiarimenti che il sindacato ha voluto rendere pubblica al fine di fare chiarezza in tempi celeri sulla vicenda. «A pochi giorni di distanza dall'incontro con la direzione Usl 1 Dolomiti in cui abbiamo chiesto maggiori garanzie sia per la tenuta, almeno quella, del sistema ospedaliero, che per il grado di attenzione nei confronti del cittadino, in particolare modo se anziano - spiegano i sindacalisti - veniamo a conoscenza di questa modifica del servizio di prevenzione e diagnostica che ci pone in dubbio sul grado di gestione futura che potrà essere messo in campo nella Usl». Una richiesta che chiaramente riguarda soprattutto i pazienti anziani, i più penalizzati dai cambiamenti di qualsiasi servizio, quelli che vedono con ansia il venir meno della tutela sanitaria nel territorio vicino e che in taluni casi, secondo il sindacato, sono costretti a rinunciare alla prevenzione perché in difficoltà nel raggiungere i luoghi di cura. «Sappiamo bene in quali carenze di personale specializzato medico versi ora la struttura ma chiediamo che si pongano in essere tutte le misure atte per non penalizzare l'utenza».
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