CORTOCIRCUITO
BELLUNO Nessuna unione degli Istituti comprensivi. Arrivano le

Giovedì 5 Agosto 2021
CORTOCIRCUITO
BELLUNO Nessuna unione degli Istituti comprensivi. Arrivano le linee guida della Regione a rovinare i piani della giunta Massaro. Il progetto di far confluire il plesso scolastico di Limana nell'Istituto Comprensivo 3 di Belluno con conseguente aumento dei ragazzi è destinata ad arenarsi sui numeri della delibera di giunta regionale emanata nei giorni scorsi, un documento che detta i criteri per l'anno scolastico 2022 2023.
NEL PALAZZO
Canta vittoria il consigliere di opposizione Franco Roccon, che aveva seguito da vicino la questione fin dal suo esordio nei tavoli di Palazzo Rosso. Anche il collega Paolo Bello, capogruppo del Pd, se ne è interessato fin dall'inizio e sul tema aveva presentato lo scorso anno diverse interrogazioni. Sembra che l'idea non mettesse del tutto d'accordo nemmeno la maggioranza. Ad ogni modo, dovrà essere accantonata. Almeno per ora. «Questo documento esce ogni anno spiega Roccon e detta quali devono essere le dimensioni degli Istituti Comprensivi sulla base di diversi parametri, tra cui le nascite. La Regione da indicazioni molto chiare, parla di numeri non inferiori a 600 ragazzi e non superiori a 900. Sono poi previste deroghe per gli Istituti scolastici tecnici, per i quali si può raggiungere il numero di 1200 unità e più. Ma la proposta nata dall'accordo tra Massaro e il sindaco di Borgo Valbelluna, ci ricordiamo, coinvolgeva medie ed elementari. Non le superiori».
C'ERA L'OK DELLA PROVINCIA
L'operazione che stava nascendo tra i due Comuni e con il benestare della Provincia avrebbe portato l'Istituto Comprensivo ad avere oltre 1100 unità, troppe per le linee guida emanate dalla Regione in questi giorni. D'altra parte, erano in molti a non essere del tutto convinti del passaggio. Tra questi i sindacati, che fin da subito hanno parlato del rischio della perdita di posti di lavoro, e gli stessi Istituti Comprensivi, coinvolti a più riprese dal sindaco in tavoli e confronti. La strategia a tetris di riorganizzazione dei poli scolastici in Valbelluna era nata da un'esigenza di Borgo Valbelluna che, uniti i Comuni, cercava una gestione in house delle scuole. In quest'ottica Trichiana sarebbe stata accorpata a Mel e Lentiai e Limana a Belluno. Modifiche sarebbero state necessarie anche al 3 di Belluno, perchè a quel punto l'asilo Cairoli e le scuole Gabelli sarebbero passate sotto l'Ic2. Spostamenti e fusioni che però sembravano scontentare un po' tutti e sollevare critiche in seno all'opposizione. Ora non servirà più presentare interrogazioni e battersi in Consiglio comunale, perché sembra proprio che la cosa non si potrà fare.
«DILUIRE I SERVIZI»
«L'effetto negativo sarebbe stato inevitabile spiega ancora Roccon -, perchè si sarebbe trattato di diluire gli stessi servizi e lo stesso personale su più scuole. Una decina di giorni fa c'è stata l'ennesima riunione tra il sindaco e i rappresentanti dei tre Istituti e so che ancora una volta la proposta è stata osteggiata». Anche il Pd, si diceva, aveva espresso fin dall'inizio la sua contrarietà all'accorpamento portando in campo argomentazioni che andavano dal sovradimensionamento dei nuovi Istituti, che avrebbero avuto quasi 1200 alunni, al rischio licenziamento per il personale Ata con conseguente perdita di qualità e ridimensionamento dei servizi legati alla pulizia e alla vigilanza. Non solo, secondo quanto sostengono i contrari al piano, l'unione avrebbe portato con sé anche la perdita di docenti e la messa in capo alla dirigenza, naturalmente, di compiti sempre più burocratici e sempre meno educativi. La questione era stata dibattuta lungamente in diverse riunioni del Consiglio comunale, in una delle quali il sindaco aveva ritirato la delibera per approfondimenti, alla luce delle critiche e dei dubbi emersi da più parti; non solo, era anche stata al centro di una lunga lettera rivolta dai sindacati al primo cittadino e alla sua giunta.
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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