Attestano il falso sui vaccini dei bimbi raffica di assoluzioni

Mercoledì 27 Gennaio 2021
IL CASO
BELLUNO Assolta un'altra coppia di genitori finita nella maxi-inchiesta sui vaccini. Il fascicolo, aperto dal procuratore Paolo Luca, doveva stangare i cosiddetti furbetti. I no vax. Coloro che, pur di iscrivere i figli a scuola, avrebbero mentito sull'autocertificazione da consegnare agli istituti scolastici in cui viene chiesto se gli studenti hanno eseguito le vaccinazioni obbligatorie. Le storie che, un po' alla volta, si stanno susseguendo in Tribunale a Belluno hanno avuto un inizio diverso. Alcuni bambini erano all'estero, mentre altri erano stati male e hanno dovuto rimandare il richiamo. C'è però una cosa che li accomuna. Finora, tutti i genitori che si sono opposti al decreto penale sono stati assolti.
L'INDAGINE
I carabinieri del Nas di Treviso partirono dall'istituto di Trichiana per poi espandersi in tutti gli asili e le scuole primarie della provincia. Incrociando i dati in mano ai dirigenti scolastici con quelli dell'azienda sanitaria furono individuati oltre mille studenti. Di conseguenza alcuni genitori cominciarono a ricevere i decreti penali, ovvero una pena pecuniaria, una multa, a cui ci si può opporre entro 15 giorni. È la scelta più diffusa. All'interno del fascicolo del procuratore, infatti, sono finiti non solo i no vax, il vero bersaglio dell'inchiesta, ma anche quei genitori che avevano già prenotato la vaccinazione per i figli e che, quindi, sarebbero stati in regola.
LA SENTENZA
La prima coppia di genitori comparsa ieri mattina davanti al giudice Zantedeschi, F.M. ed E.C., di 38 e 43 anni, era difesa dagli avvocati Stefano Zallot e Bruno Bristot. Dopo aver depositato una memoria difensiva, i legali hanno chiesto il proscioglimento ai sensi dell'articolo 129 del Codice di procedura penale sicuri dell'innocenza dei loro assistiti e ritenendo che non fossero punibili. Erano accusati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, un reato che prevede la reclusione fino a due anni. «Intanto non c'è il falso ha spiegato la difesa . Hanno solo sottoscritto la domanda d'iscrizione all'asilo che non è una dichiarazione sostitutiva di notorietà. Cioè non hanno firmato nessun un atto pubblico». La bambina era stata iscritta alla scuola per l'infanzia Happy School di Belluno con alcune vaccinazioni mancanti. Ma l'istituto, secondo la difesa, era stato avvisato per tempo: «I genitori hanno inviato il certificato vaccinale, in cui emergeva che la bambina non era in regola, e un documento in cui attestavano i futuri appuntamenti vaccinali slittati perché la piccola era stata male». Il giudice ha assolto entrambi perché «il fatto non sussiste».
GLI ALTRI IMPUTATI
In Italia, i bambini e i ragazzi fino ai 16 anni d'età hanno dieci vaccini obbligatori. Dall'anno scolastico 2017-18 i genitori devono sottoscrivere un documento in cui attestano che il figlio è in regola con tutte le vaccinazioni. In un'altra udienza di ieri mattina un 49enne bellunese, L.C. le iniziali, difeso dall'avvocato Gianluca Nicolai, ha scelto di andare a dibattimento. La bambina è stata adottata e aveva una certificazione vaccinale estera. Il genitore la iscrisse in una scuola del capoluogo, convinto che fosse tutto in ordine, ma durante alcuni accertamenti sanitari in un ospedale fuori provincia emerse che le mancava una vaccinazione. Prenotò un appuntamento e la mise in regola. Il giudice ha rinviato al 27 maggio per i testi del pm e della difesa. L'ultima udienza sui vaccini di ieri mattina, alla sbarra un padre difeso dagli avvocati Silvia Dolif ed Elisabetta Frate, è stata posticipata a marzo per un difetto di notifica. Anche qui mancavano solo alcuni richiami e la bambina era stata iscritta alla primaria di Ponte nelle Alpi. Insomma, finora tutte assoluzioni. Nessuna delle coppie finite in tribunale era ed è contro i vaccini.
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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