Rosà. La sindaca nega la commemorazione per la "pastasciutta antifascista" e scoppia la polemica. A Vicenza appare uno striscione "beffardo"

Martedì 25 Luglio 2023 di Redazione Web
Lo striscione (foto da profilo Fb Porto Burci)

ROSA' (VICENZA) - È scoppiata la polemica dopo la decisione della sindaca di Rosà, Elena Mezzalira, di negare all'Associazione nazionale partigiani d'Italia l'uso di un parco comunale per la "pastasciutta antifascista", la commemorazione in tutta Italia dei sette fratelli Cervi che organizzarono nel 1943 una gran mangiata per festeggiare la destituzione di Mussolini del 25 luglio 1943. La levata di scudi riguarda in particolare la motivazione della prima cittadina, che avrebbe intimato lo stop all'evento «per ragioni di ordine pubblico».

La decisione è stata denunciata dalla consigliera regionale del Pd Chiara Luisetto«Una censura - commenta l'esponente del Pd - in violazione di ogni principio democratico e repubblicano.

Una scelta che è di censura nei confronti di chi vuole giustamente coltivare il ricordo di quel 25 luglio del 1943. Una data che, al pari del 25 aprile, segna una svolta storica, sulla strada che condusse all'Italia repubblicana».

«L'amministrazione comunale non può autorizzare, e mai lo ha fatto neppure in passato, l'uso di un parco pubblico per un'iniziativa che non rispetta il regolamento di utilizzo e gestione, che prevede una destinazione socio-ricreativa - risponde la sindaca di Rosà Elena Mezzalira - Solo venerdì scorso abbiamo ricevuto la richiesta di utilizzo da parte dei promotori. Ma la diffusione sui social di volantini col titolo di “pastasciutta antifascista” fa pensare che non si tratti solo di un appuntamento conviviale o culturale. Mi lascia perplessa la presa di posizione della consigliera regionale Chiara Luisetto, che, nelle sue dichiarazioni, ha fatto un uso propagandistico e strumentale della vicenda. Gli organizzatori sono liberi di trovare un’altra sede».

La polemica è stata alimentata anche dallo striscione con la scritta «Se manca olio, lo portiamo noi», a firma del del movimento di destra Mis, Movimento Italia Sociale, affisso stamani a Vicenza, in Contrà Burci, dove in serata è prevista un'altra pastasciutta antifascista promossa da alcune associazioni. Nella circostanza, la Digos ha sequestrato lo striscione e verrà fatta una segnalazione all'autorità giudiziaria.

Immediate le reazioni politiche, a partire dal primo cittadino Pd di Vicenza Giacomo Possamai. «Non c'è spazio nella nostra città per le intimidazioni - afferma - . Ne parlerò al questore. Sono atti gravi che condanniamo con forza e sui quali chiediamo ovviamente l'intervento delle forze dell'ordine». 

«Un'azione che rimanda, anche nella terminologia usata, ai tempi più bui del fascismo - commenta la consigliera comunale di Coalizione Civica Martina Corbetti -. Condanniamo fermamente azioni intimidatorie di questo tipo».

Per l'eurodeputata democratica Alessandra Moretti «non si può vietare come avvenuto a Rosà una manifestazione che richiama i principi della nostra Costituzione per "ragioni di ordine pubblico": è davvero un brutto segnale».

Sulla stessa linea Laura Boldrini, deputata del Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, che si rivolge direttamente alla sindaca di Rosà. «Mi perdoni, ma come la mettiamo con la nostra Costituzione, che è antifascista ed è la base su cui si fonda la Repubblica, di conseguenza antifascista anch'essa? Quali disordini - si chiede Boldrini - dovrebbe richiamare un'iniziativa che si limita a dar seguito a quanto prescritto dalla Carta costituzionale? O vuole forse dirci, la sindaca leghista, che in Italia esistono fascisti che possono aversene a male al punto - loro sì - di causare gravi problemi di sicurezza? In questo caso basta predisporre i dovuti interventi di contenimento, anziché negare uno spazio per lo svolgimento di una manifestazione democratica. Si fa così in democrazia».

Rifondazione Comunista ha annunciato per stasera un flash mob a Rosà contro la decisione di Mezzalira. Lo annuncia il segretario nazionale Maurizio Acerbo, per il quale «se si ragiona come la sindaca quindi non si dovrebbe celebrare il 25 aprile e sostanzialmente l'antifascismo e la Resistenza, cioè i fondamenti della nostra Costituzione, finirebbero fuorilegge».

Ultimo aggiornamento: 21:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci