VENEZIA Nessun legittimo impedimento, l'ex Ad e direttore generale di Popolare Vicenza, Samuele Sorato può stare nel processo a suo carico per falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio. Lo ha stabilito ieri il collegio giudicante composto da Chiara Cuzzi (presidente), Giulia Poi e Claudia Molinaro (giudici a latere), fissando già le tre prossime udienze (26 maggio, 16 giugno e 29 giugno per le questioni preliminari in riferimento anche alle parti civili). La presidente Cuzzi nella sua lunga e articolata ordinanza ha dichiarato Sorato «assente», in quanto non impedito, già per l'udienza di ieri.
La posizione di Sorato era stata stralciata per questioni di salute dal processo principale per il crac dell'ex istituto di credito che ha visto condannati il 19 marzo scorso l'ex presidente Gianni Zonin e altri tre ex dirigenti. Dopo aver ascoltato di nuovo i periti Carlo Moreschi, docente di Medicina Legale presso l'Università di Udine, e il chirurgo Antonio Cinque, il tribunale ha valutato come dirimenti alcuni fatti emersi nel dibattimento che avrebbero convinto i giudici della sua capacità di poter seguire le udienze del processo. In particolare avrebbe pesato il fatto che la Guardia di Finanza lo abbia visto guidare da solo la sua auto anche a 180 chilometri all'ora per lunghi tratti in autostrada.
ELEMENTI SOGGETTIVI
«Per i periti sul piano delle condizioni fisiche Sorato potrebbe essere presente al processo, su quello psicologico è sempre stress, ma sono elementi soggettivi», sostiene l'avvocato di parte civile Michele Vettore. «La decisione del tribunale è positiva, le responsabilità di Sorato devono essere verificate nel processo e abbiamo già depositato le richieste di costituzione di parte civile per conto di 400 risparmiatori», spiega l'avvocato Matteo Moschini. Per la difesa la valutazione dei periti rappresenta una patologia in corso che rende incompatibile l'esercitare una difesa attiva e reale in un processo che potrebbe durare decine e decine di udienze.
M.Cr.