La Regione salva l'ospedale Civile e i punti nascita sotto i 500 parti

Mercoledì 3 Aprile 2019 di Roberta Brunetti
La Regione salva l'ospedale Civile e i punti nascita sotto i 500 parti

VENEZIA Una serie di passaggi, da inserire nel Patto per la salute tra Governo e Regioni, che consentano di assegnare all'ospedale Civile di Venezia la sua attuale qualifica di ospedale di rete, nonché di blindare il salvataggio di tutti i punti nascita sotto i 500 parti, che nel Veneziano sono quelli del Civile e di Portogruaro. Eccola la proposta della Regione per superare due nodi aperti dall'applicazione del decreto ministeriale 70 del 2015, su cui il sottosegretario alla salute, Luca Coletto, è già d'accordo. «Mi sembrano questioni di buon senso» ha detto ieri, dopo aver incontrato l'assessore regionale alla salute, Manuela Lanzarin, a Verona. Un incontro in vista della stesura del nuovo Patto, a cui sta lavorando la Conferenza Regioni e che avrà valenza triennale. Un accordo tra Governo e Regione di natura finanziaria e programmatica in cui Lanzarin ha chiesto che vengano inseriti anche dei passaggi per il superamento del decreto 70, o meglio di quei due punti che in Veneto stanno creando tanti  problemi. La nota questione dei punti nascita che non rispettano il limite dei 500 parti, previsto proprio dal decreto. E quella montante della classificazione del Civile, che le nuove schede in discussione, pur confermando tutti i servizi, declassano da struttura di rete a ospedale di base, sempre in rispetto del decreto.
VENEZIA CAPITALESul Civile, in particolare, la Regione aveva spiegato di aver dovuto abbassarne la classificazione, in quando il decreto fissa dei criteri legati al bacino d'utenza: sotto ai 150.000 abitanti un ospedale non può che essere di base. Una retrocessione solo di nome, visto che i servizi sono confermati, ma che ha comunque scatenato la reazione allarmata della città e della politica. Ed ecco l'idea di superare il decreto. «Abbiamo concordato che, nel caso dell'ospedale Civile di Venezia, si debba andare al superamento dei vincoli del decreto ministeriale 70 - conferma lo stesso Coletto -, assegnando a questa struttura, che serve un bacino del tutto particolare, caratterizzato da enorme pressione turistica e dall'operare in area lagunare disagiata, la sua classificazione originaria, pur sapendo che le schede regionali non ne hanno intaccato i servizi».
Per il sottosegretario veneto, ex assessore regionale, si tratta di «buon senso. E poi, Roma capitale va bene, ma anche Venezia non è da meno». Insomma, con il nuovo Patto per la salute, il Civile riavrà la sua qualifica di ospedale rete.
PUNTI NASCITAAltra questione che interessa il Civile, ma non solo, quella dei punti nascita che non raggiungono i 500 parti all'anno, che stando al decreto dovevano essere chiusi. In realtà l'anno scorso un comitato ministeriale aveva già salvato i punti nascita di Venezia, Portogruaro, Pieve di Cadore e Asiago per la loro specificità. Da chiudere, secondo Roma, restavano solo quelli di Adria, Piove di Sacco e Valdagno. Anche questi tre, però, sono stati confermati dalla schede regionali.
Una deroga che ora andrà formalizzata nel Patto per la salute, come conferma ancora il sottosegretario. «Abbiamo concordato sull'opportunità che rimangano aperti tutti i punti nascita operativi negli ospedali, attraverso una deroga motivata alle normative vigenti».
ITER IN CORSOUn accordo su entrambi i fronti, quello tra assessore e sottosegretario. Ora si tratta di attendere l'approvazione del nuovo Patto per la salute 2019-2021. Il percorso è già iniziato, ma i tempi potrebbero non essere così brevi.
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci