Tragedia di Mestre, tra quattro mesi la verità sul cavalcavia: 120 giorni per l'esame delle barriere e valutazione della dinamica

Venerdì 13 Ottobre 2023 di Nicola Munaro
Tragedia di Mestre, tra quattro mesi la verità sul cavalcavia: 120 giorni per l'esame delle barriere e valutazione della dinamica

MESTRE - Il 25 ottobre e il 9 novembre con il cavalcavia Superiore di Mestre chiuso per alcune ore.

E poi l'attesa di quattro mesi fino al 24 febbraio 2024, quando l'ingegner Placido Migliorino tornerà nello studio della sostituto procuratore Laura Cameli e depositerà la relazione, le valutazioni e le analisi fatte sulla strada e sul punto da cui, alle 19.38 e 38 secondi del 3 ottobre, il bus navetta di La Linea è volato nel vuoto per una quindicina di metri trascinando con sé le vite di 20 turisti da ogni parte del mondo, quella dell'autista Alberto Rizzotto (40 anni di Tezze di Piave, nel Trevigiano) e ferendo 15 persone, alcune delle quali ancora gravi. E che ieri siano servite quasi quattro ore di udienza per conferire un incarico, è la prova che ci si trova di fronte a un iter giudiziario molto simile a quello dei maxi-processi, con consulenze e controconsulenze, polemiche e voci. Possibile infatti che la consulenza data ieri non sia la sola, ma venga seguita da altre analisi sullo stato del bus e sulla scatola nera. Mentre l'esito dell'autopsia sull'autista resta un mistero.

IL QUESITO

Nei 120 giorni di lavoro l'ingegner Migliorino dovrà portare a termine non solo l'esame "della strada e delle barriere presenti sul luogo del sinistro e all'idoneità delle stesse" ma anche dare una propria valutazione sulla dinamica: dallo scarrocciamento sul guardrail per poco meno di 50 metri all'imbocco da parte del bus del varco di servizio nella barriera di protezione, con il "volta testa" del guardrail che riprende e si infila nella parte anteriore sinistra del bus. Poi il cedimento della banchina alla quale sono agganciati i sottoservizi, l'impennata del retrotreno, la caduta e l'atterraggio a ruote all'aria. Ad aiutarlo la relazione di oltre cento pagine preparata dalla polizia locale che in una settimana ha acquisito documenti nella sede della società proprietaria del bus e in Comune. Un compito comunque non semplice anche per un professionista sopra ogni sospetto. Migliorino è dirigente del ministero delle Infrastrutture ed è stato chiamato il "Mastino" per l'accuratezza con cui svolgeva gli accertamenti sulle manutenzioni effettuate dalla concessionaria autostradale in centro Italia: il soprannome gli era stato dato da alcuni dipendenti di Autostrade per l'Italia e Spea, ed era emerso nel corso dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi di Genova, il 14 agosto 2018. Dopo la tragedia, Migliorino fu nominato responsabile delle verifiche straordinarie sulla sicurezza statica dei viadotti autostradali. E da ieri è anche il superperito del pm Cameli.

LE DIFESE

Tre gli indagati con le ipotesi di omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose: si tratta del padovano Massimo Fiorese, 63 anni, amministratore delegato della società La Linea; Roberto Di Bussolo, 51 anni, residente a Mestre, dirigente del settore Viabilità terraferma e mobilità del Comune di Venezia e Alberto Cesaro, 47 anni, residente a Martellago responsabile del Servizio manutenzione viabilità terraferma del Comune. «L'ingegner Di Bussolo - commenta l'avvocata Paola Bosio - riveste questo incarico dal 2020. L'avviso di garanzia è stata una cosa improvvisa, è naturalmente molto affranto: già il fatto di cronaca è devastante, esserne coinvolto è pesante. Procederemo leggendo le carte, un passo alla volta». «Si tratta di un atto dovuto, prevedibile e previsto a garanzia del contraddittorio - le parole dell'avvocato Massimo Malipiero, legale di Fiorese - per fare luce su un fatto tragico e ancora oggi inspiegabile». «Il dottor Cesaro è scosso dalla tragedia in sé - commenta l'avvocato Giovanni Coli - A questo si aggiunge il fatto dell'iscrizione, di cui abbiamo saputo solo ieri (mercoledì, ndr)».
Intanto l'assessore alla Mobilità Renato Boraso conferma la fiducia nei due funzionari comunali: «Rimaniamo a disposizione della procura, ma voglio sottolineare che lavoro con questi tecnici da sette anni: sono due ragazzi che conosco bene e che mettono cuore e anima sui 1.200 chilometri delle nostre strade comunali. Hanno sempre offerto il loro lavoro serio e competente per la città, purtroppo sono incappati in questa triste e tragica vicenda».
«È un primo passaggio, doveroso e opportuno» commenta l'avvocata Silvia Trevisan dello studio Scibilia, che con il collega Mattia Dalla Costa, dello studio Cba, rappresenta Nico Volkman, tedesco sopravvissuto all'incidente con la moglie di 27 anni, ancora in Terapia intensiva, mentre la loro figlia Charlotte di 18 mesi è morta.. «Aspettiamo - continua Trevisan- di poter avere delle prime indicazioni utili sulle ricostruzioni e sulle cause di questa tragedia». Sempre ieri è stata nominata curatore speciale dei minori coinvolti e dei feriti non coscienti, l'avvocata Mariangela Semenzato.

Ultimo aggiornamento: 16:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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