Tragedia di Mestre, chiariti i dubbi sul percorso del bus: «Aveva i permessi per entrare in tangenziale»

Martedì 10 Ottobre 2023 di Nicola Munaro
Tragedia di Mestre, chiariti i dubbi sul percorso del bus: «Aveva i permessi per entrare in tangenziale»

MESTRE - «È tutto a posto, ce le abbiamo. Figuriamoci se facciamo un servizio del genere senza autorizzazioni. E poi è un particolare che poco c'entra con l'incidente».
Così Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea, la società proprietaria del bus caduto dal cavalcavia Superiore di Marghera il 3 ottobre, risponde sulle autorizzazioni per il passaggio del bus sul cavalcavia, poi tratto autostradale, che dopo la discesa dal cavalcavia porta alla rotonda dalla quale si imboccano la Romea e l'A4 e che accorcia - di molto - il percorso che porta al Hu Venezia village in Town invece di passare per il centro di Marghera. «Tutti i nostri autobus hanno tutti i via libera del caso - continua Fiorese - sono tutti immatricolati e hanno tutti il permesso di fare quel tratto, ora dobbiamo aspettare le indagini».
Il tragitto fatto dall'autobus è ciò che la procura vuole verificare per capire se il mezzo avesse tutto in regola per transitare su una strada che non è di competenza comunale ma è soggetta alle autostrade: «e comunque l'incidente è avvenuto in un tratto che è ancora sotto il Comune», ha chiarito Fiorese.

IN SEDE

Intanto ieri mattina gli agenti della polizia locale hanno bussato alla sede della società La Linea, a Marghera. Non un sequestro, ma un'acquisizione di documenti relativi all'ultimo tragitto del pullman per ricostruire il più alto numero di particolari possibili: gli orari di partenza e di arrivo previsto del servizio, le caratteristiche tecniche, i chilometri già percorsi quel 3 ottobre e le strade fatte.
Per un'indagine che sia la più completa possibile, gli agenti della Municipale hanno portato via una serie di documenti legati alla vita del bus, prima del giorno della tragedia: si vogliono vedere i dati tecnici, lo stato di manutenzione dell'autobus, così come i percorsi effettuati nei giorni e nelle settimane precedenti.
Tutto questo in attesa delle perizie che la procura ha annunciato di voler conferire sulla scatola nera del mezzo - ora sul piazzale dell'ex Mercato ortofrutticolo di Mestre - e sullo stato dello stesso autobus, nel cui frontale si è conficcata la parte del guard rail di ripresa dopo il varco di servizio nel quale il bus si è infilato, prima di cadere per il cedimento della banchina alla quale sono agganciati i sottoservizi.

L'ATTESA

«Capisco la necessità di provare a dare risposte, ma non ha senso fare delle ipotesi che potrebbero essere poi smentite dagli atti ufficiali. Ci sarà un'analisi della scatola nera, che non è ancora stata aperta, dei dati del bus e della sua storia» ha poi aggiunto l'amministratore delegato Fiorese, commentando la notizia della visita della polizia locale, a cui la procura ha affidato la ricostruzione della dinamica del fatto.
Non sarebbe invece ancora nell'aria una consulenza sulle batterie al litio che alimentavano il mezzo di trasporto. In questa settimana è stata prima smentita e poi esclusa la voce che parlava di un incendio iniziato quando il mezzo era ancora in corsa: fiamme ce ne sono state, ma si è trattato di un principio d'incendio successivo alla caduta e legato alla fuoriuscita del litio dalle batterie, una volta che l'autobus è volato dal cavalcavia Superiore.
A La Linea, come anche a casa delle vittime, si stanno quindi attendendo le indagini della magistratura anche sull'autopsia, che chiarisca il primo capitolo di una tragedia dalle dimensioni mai viste prima.

Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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