Terzo mandato, la Lega presenta l’emendamento al decreto elezioni: «Così andiamo al “vedo”»

Sabato 10 Febbraio 2024 di Alda Vanzan
Terzo mandato, la Lega presenta l’emendamento al decreto elezioni: «Così andiamo al “vedo”»

VENEZIA - Entrato in vigore lo scorso 30 gennaio, il decreto Elezioni dovrà essere convertito in legge dai due rami del Parlamento entro marzo. Ma rispetto al testo partorito dal Governo ci sarà una novità: l’estensione del terzo mandato non solo ai sindaci dei Comuni con popolazione tra i 5mila e i 15mila abitanti, ma anche ai presidenti di Regione. È l’emendamento che la Lega, primo firmatario il veronese Paolo Tosato, depositerà al Senato, dove il decreto Elezioni inizierà il suo iter. Il termine per la presentazione degli emendamenti scadrà lunedì alle 12, ma negli ambienti romani già si parla di due pesanti richieste di modifica. Una riguarda appunto il terzo mandato per i governatori, l’altra riguarda lo stesso innalzamento del tetto da due a tre per i sindaci dei Comuni con più di 15mila abitanti. Per esemplificare, se passassero queste due modifiche, nel 2025 in Veneto potrebbero ricandidarsi sia il governatore Luca Zaia che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Ma passeranno?
La posizione del Governo è netta: è stata data la possibilità ai sindaci dei piccoli Comuni, fino a 5mila abitanti, di ricandidarsi anche “a vita”, mentre i sindaci dei Comuni fino a 15mila abitanti potranno fare un terzo “giro”. All’inizio dell’anno, durante una lunghissima conferenza stampa, la premier Giorgia Meloni non ha detto né sì nè no: «Sul terzo mandato ravviso pro e contro, sono laica su questa materia. Sul metodo però, penso sarebbe corretto che una eventuale iniziativa venga presa dal Parlamento. Se il Parlamento intende prendere una iniziativa sul terzo mandato su sindaci e presidenti di Regione ne parlerò con il mio partito di riferimento. Non sarebbe una buona iniziativa se presa dal Governo».
E l’iniziativa del Parlamento c’è stata.

Alberto Stefani, deputato nonché segretario della Lega del Veneto, ha presentato una proposta di legge di due articoli per consentire il terzo mandato ai governatori. Solo che si sa cosa succede alla proposte di legge su cui non c’è il consenso unanime della maggioranza: finiscono in un cassetto e lì giacciono. Quella di Stefani non è stata ancora calendarizzata e c’è da pensare che non lo sarà a breve con la Camera impegnata sul Milleproroghe e l’Autonomia. Più semplice, invece, l’emendamento che, una volta presentato, non può essere ignorato: volenti o nolenti deve essere votato (a meno che il Governo non ne chieda il ritiro e allora qui la questione si fa tutta politica). L’obiettivo della Lega è proprio questo: andare al vedo. Si sa già che Forza Italia e Fratelli d’Italia non ci sentono, ma dovranno dirlo e votare.


L’OPPOSIZIONE
La Lega potrebbe trovare l’appoggio del Partito Democratico? Anche se qualche esponente dem potrebbe essere interessato (uno su tutti il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini), si sa già che il Pd non presenterà emendamenti sul terzo mandato perché la contrarietà al riguardo è netta.
Altro tema, bisognerà anche vedere come verrà scritto l’emendamento: se ricalcherà il testo di legge di Stefani, paradossalmente solo le Regioni che hanno dato attuazione alla legge nazionale del 2004 sul limite dei due mandati potranno avere un terzo “giro” con lo stesso governatore, mentre le Regioni che non hanno mai legiferato in merito (come la Campania) non avrebbero già adesso limiti. Il legislatore, se affronterà l’argomento, dovrebbe fare ordine e chiarezza.

Ultimo aggiornamento: 10:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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