Elezioni europee, Zaia e il "caso Borchia". Marcato: «Io? Non mi vogliono»

Mercoledì 7 Febbraio 2024 di Alda Vanzan
Roberto Marcato

Roberto Marcato, assessore regionale della Lega, scandisce: «Noi alle elezioni europee ci giochiamo tutto, anche il dopo Luca Zaia. Non ci sarà il terzo mandato ed è del tutto evidente che se facciamo un risultato importante allora possiamo andare al tavolo delle trattative con una carta in mano. Ma se confermiamo o addirittura peggioriamo il risultato delle ultime Politiche, hai voglia ad andare a trattare, questi ne magna vivi». Di fronte a lui con c'è il giovane consigliere regionale di Fratelli d'Italia, il trevigiano Tommaso Razzolini.

Che sorride. Marcato annuisce: «Li capirei, sia chiaro: perché dovrebbero lasciarci la Regione?».


Succede tutto l'altra sera, lunedì. A Padova il segretario della Lega-Liga veneta, Alberto Stefani, ha appena comunicato ai componenti del direttivo che alle prossime elezioni provinciali si potrà anche «correre da soli», senza più i "listoni" in cui dentro c'erano tutti, destra e sinistra, e l'annuncio ringalluzzisce i partecipanti: è quello che i più auspicavano da tempo, mandare un segnale soprattutto ai Fratelli d'Italia che vorrebbero «imporre» la percentuale delle Politiche 2022, quella che in Veneto li ha visti superare il 32%, migliore risultato di tutta Italia. E magari lanciare un monito anche per le Regionali del 2025, far capire da subito che non si intende "regalare" Palazzo Balbi a chicchessia. «Dopo il direttivo di lunedì ci saranno risposte più muscolari ai meloniani», commenta un dirigente di lungo corso. Non è un caso che di lì a poche ore, a Palazzo Ferro Fini, in occasione della cerimonia di donazione di un bassorilievo raffigurante il Leone di San Marco, il presidente dell'integruppo Lega-Liga, Alberto Villanova, commenti con un messaggio neanche tanto cifrato: «Nel corso dei secoli in molti hanno cercato di abbattere questo simbolo, da Napoleone ai Titini. Ma i nostri leoni sono scolpiti nel marmo, destinati a durare nei secoli». Tradotto: Zaia o non Zaia, i Fratelli si scordino la Regione.


LE SCELTE
Intanto, qualche chilometro più in là, durante la trasmissione Ring di Antenna Tre, l'assessore leghista Roberto Marcato mette in fila le condizioni per mantenere Palazzo Balbi. La prima: fare un buon risultato alle Europee di giugno, pur sapendo che è impensabile tornare al 49,88% ottenuto in Veneto nel 2019, ma che non è neanche possibile precipitare all'8,5% come indicano gli ultimi sondaggi (magari in Veneto si riuscirebbe a stare sul 12-13-14%, ma sarebbe comunque una sberla). La seconda condizione: per fare un buon risultato bisogna mettere in campo gente capace di tirar su preferenze. Ad esempio lo stesso Marcato, Mister Preferenza alle Regionali 2020, il più votato di tutte le liste? «Il partito non me l'ha chiesto, non ho visto una grande entusiasmo da parte della dirigenza della Lega nei confronti di una mia candidatura. Ma siccome non stiamo vivendo un particolare momento di euforia per quanto riguarda il consenso, io metterei in campo tutti i migliori in termini di preferenze: i primi dieci, "pistola alla tempia", li costringerei a correre».


E se a Marcato «ha fatto piacere» essere corteggiato «da Forza Italia e da altri partiti, anche da sinistra», salvo precisare che la sua casa è il Carroccio («Io sono nato qua e qua vorrei restare, questa è la mia casa») la Lega pensa però di candidare come capolista in tutta Italia Roberto Vannacci, il generale che da mesi impazza con il suo libro "Il mondo al contrario". E poco importa se non tutti condividerebbero la scelta (Marcato: «Io con Vannacci non c'entro niente»), l'ipotesi a Nordest potrebbe sfumare solo se il governatore Luca Zaia accettasse di correre per Bruxelles. Ma qui entrano in ballo altre variabili: a parte il fatto che il governatore non si è mai sbilanciato, raccontano che una candidatura di Zaia dovrebbe escludere quella di Paolo Borchia, l'eurodeputato uscente che in occasione del voto sul fine vita in consiglio regionale del Veneto ha alzato più volte il telefono per far votare no. Fino a ieri, il veronese Borchia era l'unico dato per certo di rielezione, la seconda in ballo era l'uscente Rosanna Conte. Ma è innegabile che una candidatura di Zaia consentirebbe alla Lega di tirare su un pacco di voti, utili anche il successivo tavolo del centrodestra delle Regionali del 2025. È per questo che i vertici della Lega continuano a insistere con il governatore perché accetti di correre, convinti che potrebbe essere uno dei pochi, se non altro per i suoi trascorsi da ministro dell'Agricoltura e per le battaglie portate avanti nel settore primario, a riuscire a "parlare" con gli agricoltori, oggi arrabbiatissimi in tutto il Paese. Manovre in corso, al voto mancano quattro mesi e un giorno.

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