JESOLO - «Sembrava la scena di un film: abbiamo sentito i primi due spari ravvicinati, poi almeno altri due. D'istinto mi sono buttata sotto al bancone e ho detto a tutti di mettersi a terra o di scappare. Sono stati momenti di autentica paura». Lo spavento è quasi superato, ma non la rabbia e l'amarezza per quanto accaduto. A parlare è Valentina Livecchi, imprenditrice vulcanica che dal 2015 gestisce in via Verdi il Crazy Mojitos.
Sparatoria a Jesolo, la proprietaria del locale: «Ha sparato tra la folla»
«Lo dico chiaramente racconta l'imprenditrice poteva essere una strage: il caso ha voluto che la persona alla quale sono stati rivolti i colpi di pistola sia scappata verso una zona del locale in cui non c'era nessuno. Se fosse andata nella parte opposta, verso il centro dove c'erano almeno 60 persone, non so come sarebbe finita. Quei proiettili potevano colpire chiunque». Non caso ripercorrendo quanto accaduto ad emergere è tutto il dramma dei quegli instanti sembrati interminabili. «Io ero dietro al banco prosegue la titolare del locale con me c'era una collaboratrice, stavamo facendo dei cocktail. Eravamo nel clou della serata. Improvvisamente abbiamo sentito due botti, erano i colpi della pistola ai quali ne sono seguiti altri, credo altri due o tre. Quella persona ha sparato dentro al locale, non si è preoccupata di nulla. Credo sia arrivato dalla strada, ha puntato verso un tavolo al quale era seduto il ragazzo che ha colpito e che era seduto con un altro uomo. Quando ho sentito i colpi mi sono buttata sotto il banco, ho detto a tutti di gettarsi a terra, di mettersi al sicuro e di scappare».
E' stato da quel momento che si è scatenato il panico. «La gente fuggiva - prosegue Valentina Livecchi - c'era chi cadeva a terra, chi andava a sbattere contro i tavoli. Sono stati dei momenti terribili. Io non vedevo mia mamma che lavora con me, urlavo il suo nome, per fortuna era in magazzino, al sicuro, per alcune incombenze. Mentre la gente scappava abbiamo visto anche il ferito scappare verso i campi. Sappiamo che è stato recuperato poco dopo, mentre chi ha sparato è fuggito ma non abbiamo visto in che direzione». Immediato l'allarme, sul posto si sono precipitate le forze dell'ordine. «Purtroppo nelle vie adiacenti da alcuni mesi si vedono degli spacciatori aggiunge l'esercente a 50 metri di distanza c'è un ex hotel che viene usato come rifugio da queste persone. Lo sanno tutti. Credo che dovrebbe essere abbattuto, nelle ultime settimane queste presenze sono più marcate, probabilmente è l'effetto dei controlli in piazza Mazzini ma così si sposta solo il problema da una parte all'altra, è un po' come nascondere la polvere sotto il tappetto. Adesso mi aspetto più controlli, noi esercenti contro queste persone possiamo fare poco. Abbiamo già fatto delle convenzioni con delle agenzie di vigilanza, ora però serve la presenza dello Stato». Non mancano, infine, i comprensibili timori per il suo locale.
«Abbiamo avuto solo la sfortuna che una delle persone coinvolte in questa vicenda fosse seduta ad un nostro tavolo conclude l'esercente ma poteva essere ovunque. Poteva capitare in qualsiasi locale. Ci tengo a ribadire che noi non siamo questo, siamo altro. Siamo un locale per famiglie, che fa intrattenimento, che investe nelle sicurezza, che organizza degli eventi di beneficenza e contro la violenza sulle donne. Non voglio che un simile episodio cancelli quanto fatto in questi anni. Vogliamo reagire, abbiamo subito riaperto e continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto».