Mestre. Smog, in un algoritmo l'allarme per le polveri: un'app rivela le concentrazioni tre volte sopra i limiti

Lunedì 1 Gennaio 2024 di Fulvio Fenzo
Una protesta contro lo smog del 2020

MESTRE - Se finora si è parlato di Pm10 (le polveri sottili da cui dipendono le limitazioni al traffico), le polveri sottilissime, secondo i dati del Pm2.5, sono ancora più pericolose per i nostri polmoni e per l'intero organismo, in quanto capaci di penetrare fino nel flusso sanguigno causando l'irritazione delle vie aeree e l'aggravamento di malattie cardiache e polmonari. E i dati sono perfino peggiori delle "sorelle maggiori" delle polveri visto che, nell'ultimo mese e tenendo come punto di riferimento il parco della Bissuola dove si trova la centralina dell'Arpav che rileva il Pm10, si scopre che il limite indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità pari a 15 microgrammi per metro cubo d'aria, è stato superato per 28 giorni su 30, raddoppiando quasi stabilmente la soglia consentita ma arrivando anche a triplicarla nel corso di quest'ultima settimana.

LE APPLICAZIONI

Questo rilevamento del Pm2.5 è reso possibile grazie ad una App tra le tante disponibili in rete, in grado di fornire informazioni affidabili sulla qualità dell'aria a livello di strada e in tempo reale (in questo caso breezometer.com ma ce ne sono anche altre), capaci di calcolare in base a particolari algoritmi il livello dello smog più pericoloso inserendo la posizione che interessa.

Il particolato 2,5 si riferisce a minuscole particelle nell'aria di 2,5 micron o più piccole, con effetti che si manifestano anche con esposizioni a breve termine e che causano reazioni infiammatorie polmonari, sintomi respiratori, effetti sul sistema cardiovascolare ed aumento dei ricoveri ospedalieri, mentre l'esposizione a lungo termine (e a Mestre stiamo parlando di 28 giorni solo nell'ultimo mese) è deleteria per la funzione polmonare nei bambini e negli adulti, aumenta i tassi di bronchite cronica, la mortalità per cancro al polmone e per motivi cardiopolmonari. «Gli strumenti ufficiali di misura sono quelli delle agenzie ambientali - spiegano dall'Arpav - ma queste App sono comunque utili a livello conoscitivo.

Attualmente il valore limite per il Pm2,5 è di 25 microgrammi metro cubo d'aria come media annuale, mentre non esiste un "limite giornaliero" come per il Pm10. La direttiva europea è in revisione e vi sarà un abbassamento di tale limite e, probabilmente entro il 2030, anche un limite giornaliero».

LE CENTRALINE

Ci sono, comunque, le linee guida dell'Oms e, anche, le centraline ufficiali dell'Arpav che, nella nostra zona, rilevano le polveri ultrasottili a Malcontenta e a Punta Fusina. E in quest'ultima stazione, guardando solo ai dati dal 20 dicembre in poi, non si è mai scesi sotto i 33 microgrammi (il giorno di Natale) per poi risalire fino agli 83 microgrammi il 28 dicembre. Andamento confermato anche nella centralina di Malcontenta (qui anche con alcuni microgrammi in più), a conferma che il dato calcolato da Breezometer sul centro di Mestre, se non perfetto, è sicuramente attendibile. E tornando al Pm10 (dati Arpav alla stazione del parco della Bissuola) solo alle 16 di ieri si è scesi a 50 microgrammi che è la soglia massima consentita, dopo aver toccato il picco di 125 microgrammi alle 22 di giovedì 28 dicembre. Insomma, la situazione è preoccupante e, per i primi giorni del 2024 è attesa la prima relazione dell'Arpav sull'andamento dell'inquinamento nel corso dell'anno che sta per finire. E se c'è stato qualche sforamento in meno del Pm10 rispetto agli anni precedenti, si sa già che gli esperti spiegheranno che questo miglioramento è dovuto solo alle condizioni climatiche, con le piogge dell'autunno scorso che hanno ripulito un po' l'aria in un periodo dove lo smog, storicamente, ristagna sulla Pianura Padana. Chi era abituato a premere sull'acceleratore ha continuato a farlo, insomma.

Ultimo aggiornamento: 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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