L'ex provveditore Zincone: «Trattata come una ladra dopo anni di servizio, ora chiedo i danni»

Domenica 13 Febbraio 2022 di Raffaella Vittadello
Cinzia Zincone
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VENEZIA - Cinzia Zincone, ex Provveditore alle opere pubbliche del Triveneto, chiede circa 200mila euro di danni, tra risarcimenti e stipendi non percepiti, al ministero delle Infrastrutture per il trattamento ricevuto dopo quarant'anni di carriera, con la sospensione a tre mesi dalla pensione. Ma la parabola discendente era iniziata ben prima dell'estate 2021, data della sospensione. Le prime avvisaglie già in primavera, dopo qualche mese che le era stata assegnata la nomina di commissario di Autorità portuale, dopo la partenza di Pino Musolino. In marzo (ma concretamente a maggio) fu sostituita dall'attuale presidente Fulvio Lino Di Blasio, che divenne anche commissario straordinario agli approdi.

Dottoressa Zincone, ci sperava in quella nomina a commissario?
«Era un lavoro che mi piaceva e mi appassionava, credevo che potesse essere un vantaggio avere il duplice ruolo di Provveditore e commissario al Porto, proprio in virtù della funzionalità del Mose».

Durante l'estate lo scoppio dello scandalo dell'alloggio del custode alla darsena della Misericordia, per il quale aveva un regolare contratto di affitto e che ora, da pensionata, ha liberato. Adesso lei è tornata a vivere a Roma...
«Allora fu diramata un'agenzia di stampa che portava il mio nome (e solo il mio) tra gli inquilini eccellenti del Demanio. Quello che mi lascia più amarezza è il fatto che nel mio comportamento, di tanti anni di servizio, ho sempre cercato di fare l'interesse pubblico, mentre mi pare che si sia persa la dignità di un'istituzione come il Magistrato alle Acque, ente di gestione della salvaguardia della Serenissima per secoli, che ora deve chiedere l'autorizzazione per tutto: è diventato un mero esecutore».

Il Settimo atto aggiuntivo del Mose lo aveva proposto lei. Ora è stato approvato...
«È molto diverso. Così come è stato fatto non ha senso. I soldi erano comunque in capo al Provveditorato. In questo atto non c'è alcun riferimento alle date di conclusione del Mose. Ricordiamoci che al 31.12.2018 dovevano essere finiti tutti i lavori, nel 2021 doveva essere conclusi anche l'avviamento e i collaudi. Queste premesse andavano chiarite nel documento. Anche per far scattare le eventuali penali».

La gara per la manutenzione delle paratoie, già aggiudicata alla Fincantieri, è stata addirittura revocata.
«Stupisce che Fincantieri abbia rinunciato al ricorso dopo aver vinto un bando regolare».

Lei ha subito delle conseguenze fisiche, per cui ora chiede i danni?
«È stato un periodo incredibile, ancora non mi capacito ancora di quanto accaduto. Ero in ufficio, il 23 luglio, avevo già risposto a una richiesta di chiarimenti la settimana prima sul pagamento a Clodia. Un pagamento fatto dopo un'istruttoria di due mesi, non d'istinto. Entrano due emissari dell'ufficio disciplina del ministero arrivati appositamente da Roma e mi consegnano a mano la lettera di avvio del procedimento disciplinare e la convocazione per il mese successivo, per giustificarmi. Addirittura, quando sono tornata in ufficio a seguito della sospensione, sono stata diffidata, allontanata, privata della posta elettronica e di tutti i canali ministeriali. Trattata peggio di chi ha rubato. Forse più per vendetta personale di qualcuno che per aver pagato un quinto del credito di un'azienda a rischio fallimento».
 

Ultimo aggiornamento: 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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