Corsa ai soldi per terminare il Mose. A Roma si cercano i 530 milioni necessari

Domenica 24 Gennaio 2021 di Tullio Cardona
Corsa ai soldi per terminare il Mose. A Roma si cercano i 530 milioni necessari

VENEZIA - «Stiamo lottando contro il tempo a Roma per portare a casa i primi 530 milioni di euro da destinare al completamento del Mose, per evitare il fallimento del Consorzio Venezia Nuova.

E in un paio di settimane dovremmo farcela». Nicola Pellicani, parlamentare veneziano del Pd, sta lavorando con i colleghi per sbloccare i soldi che sono già disponibili ma non sono ancora stati inviati a Venezia. «Si tratta di residui finanziari positivi dei mutui accesi negli anni per i lavori del Mose, in sostanza minori interessi pagati sui mutui» spiega Pellicani, proprio quei soldi di cui aveva parlato la settimana scorsa l'assessore alla Mobilità del Comune Renato Boraso quando aveva lanciato l'allarme per gli 830 milioni di euro mai arrivati in laguna, in seguito a contatti con le imprese del Consorzio (Cvn) in attesa da mesi del pagamento delle fatture per i sollevamenti delle paratie, e da anni di milioni di euro per lavori pregressi.


I SOLDI CHE MANCANO

«Dovremmo riuscire a ottenere, appunto, che il Governo li sblocchi nel giro di un paio di settimane al massimo, dopodiché lavoreremo per ottenere gli altri 300 milioni di euro che Venezia aspetta: sono i soldi mancanti di quelli già previsti nella convenzione per la realizzazione del Mose che contempla il prezzo chiuso di 5,943 miliardi di euro, e questi 300 milioni, a differenza dei 530, vanno stanziati, quindi il Governo li deve trovare».


I LAVORATORI

Anche i sindacati sono molto preoccupati per il ritardo dei finanziamenti, poiché l'occupazione è a rischio.
«Le operazioni di sollevamento delle barriere - dicono Cgil, Cisl e Uil - richiedono costantemente la presenza, le competenze, le conoscenze dei lavoratori fin qui impegnati in Consorzio Venezia Nuova, Comar, e Thetis. Non accetteremo che a pagare le conseguenze di questa situazione di stallo siano ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori. Chiediamo con carattere d'urgenza, alla Commissaria ctraordinaria del Mose Elisabetta Spitz e al commissario liquidatore Massimo Miani, al Provveditore alle Opere Pubbliche Cinzia Zincone, di attivarsi sin da subito al fine di ottenere i finanziamenti necessari per garantire il pagamento degli stipendi, il mantenimento dell'occupazione di tutti i dipendenti delle imprese, impegnati e necessari per il completamento dell'opera». 
OGGI NIENTE MOSEIeri l'acqua alta ha raggiunto i 112 centimetri alla bocca di porto del Lido, con il Mose che alle 2 del mattino aveva chiuso la laguna. Oggi, però, è previsto un metro ma le paratoie non si solleveranno. Il quadro meteorologico è in miglioramento e - sostengono al Centro Maree - nei prossimi giorni il tempo sarà un po' più stabile anche se la saccatura sulla Francia continuerà a portare venti da sud in Adriatico. «La settimana prossima - continuano al Centro maree la marea rimarrà a livelli sostenuti, sui 90 centimetri circa, ma al momento non ci sono nuove perturbazioni all'orizzonte».


Grazie al Mose attivato, la fondamenta di Cannaregio ieri è rimasta all'asciutto. Si aspetta, però, la marea di questa mattina, segnalata ad un metro. A questo livello, la fondamenta verrà allagata, e le barriere mobili non verranno alzate. Ne risente, come sempre e da anni, la porzione accanto al ponte delle Guglie, dove ci sono due negozi di articoli casalinghi, un panificio, una trattoria, un'edicola, una cartoleria, ed il banco mobile del pesce. Né sarà esente dall'acqua la metà della fondamenta, con ristorante, diversi bar, 2 alberghi ed una tabaccheria.


I DISAGI A CANNAREGIO

Da anni si è chiesto il rialzo della fondamenta, soprattutto da quando è stata popolata da esercizi commerciali e luoghi per la ristorazione e l'ospitalità, nonché per l'allocazione del ricovero per anziani delle Penitenti e per due asili della prima infanzia, uno pubblico, l'altro privato. Il progetto di rialzamento faceva parte degli interventi complementari alla realizzazione del Mose, ma poi non se ne fece più nulla. Invece, anni or sono, venne alzata la fondamenta degli Ormesini, che a 90, 95 centimetri, quanti bastano a quella di Cannaregio per affondare, si presenta all'asciutto.


Inoltre, con l'acqua alta i motoscafi delle linee 42 e 52 non passano per il rio di Cannaregio, unendo il disagio della mobilità a quello generale. Actv è infatti impedita al transito a causa della bassa altezza delle volte dei ponti delle Guglie e dei Tre Archi. Oggi, all'alba, tutti con i cellulari in mano per leggere gli avvertimenti del Centro Maree. Una prassi che i commercianti della fondamenta conoscono molto bene e che si ripete sempre più spesso. È domenica, ed banco del pesce non ci sarà, mentre il giornalaio consegnerà i quotidiani ai clienti, tutti con gli stivali d'obbligo.

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