VENEZIA - Ispezione dell'Agenzia del demanio per la casa veneziana del provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zincone, la donna che si occupa del Mose per conto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile.
LA NOTA DIFENSIVA
In passato i provveditori avevano avuto case di servizio di ben altro tipo, con affaccio sul Canal Grande. Ma Zincone, dopo la promozione, aveva preferito restare a San Girolamo. L'ispezione ora appurerà se aveva diritto a quell'alloggio, se il contratto è corretto, verificando anche il versamento dei canoni. La normativa sul demanio è complessa e ci vorrà del tempo per chiudere il caso. Zincone ieri si è affidata a una nota di chiarimento smentendo di non avere alcun contratto: «Io ho scelto di non usufruire dell'alloggio sito in Riva del Vin destinato al Provveditore di Venezia. Si tratta di un alloggio di lusso nel quale hanno soggiornato gratuitamente tutti i miei predecessori. Ho optato, invece, per un piccolo ricovero della polizia lagunare, assegnato al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Ho un regolare contratto e pago». Il contratto con cui l'Amministrazione la autorizza ad «utilizzare provvisoriamente l'alloggio demaniale situato a Venezia in località San Girolamo» è del 25 luglio 2018 e fissa un canone di locazione di riferimento, determinato secondo i «parametri impartiti dall'ultimo decreto ministeriale del ministero Infrastrutture e Trasporti e il DD n.183/2013», comprensivo di uno sconto per le «precarie condizioni di uso dell'immobile» e corrispondente a 3.405,60 euro annui, cioè 283,80 euro al meno. Molto poco per il mercato veneziano, anche per una casa non di pregio come quella occupata dal provveditore.
CLIMA DI VELENI
La notizia è diventata di dominio pubblico ieri mattina, nel clima carico di tensioni (e veleni) in cui lavorano ormai da tempo i responsabili, a vario titolo, della grande opera. Accanto al provveditore, il commissario sblocca cantieri Elisabetta Spitz, il liquidatore del Consorzio Venezia Nuova, Massimo Miani, ora anche i due commissari Raffaele Cappiello e Sante Casonato, nominati dal Tribunale nella procedura di concordato dello stesso Cvn. Dopo i primi sollevamenti del Mose, che tra autunno e inverno scorso hanno risparmiato a Venezia una ventina di acque alte, i rapporti tra Zincone e Spitz si sono sempre più incrinati. E anche in queste settimane difficilissime per la grande opere - con la crisi del Cvn, i lavori fermi e il rischio di non riuscire più ad alzare le dighe in autunno - provveditore e commissario sono ai ferri corti.