Blitz contro No Vax in Veneto, nelle città di Venezia e Padova: la polizia ha messo in atto questa mattina, giovedì 9 settembre 2021, una serie di perquisizioni nei confronti di appartenenti ai movimenti No Vax che su un gruppo Telegram avevano ipotizzato di compiere azioni violente nel corso delle manifestazioni contro i provvedimenti del Governo. Otto persone indagate: 5 uomini e 3 donne, due sono venete.
Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale. Le perquisizioni sono scattate a Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia. Oltre alle abitazioni degli indagati, i controlli hanno riguardato pc, cellulari, tablet e account social. Si tratta di gente comune: disoccupati, operai, portinai, camerieri. Una delle persone coinvolte, che faceva parte del canale Telegram "I guerrieri", era conosciuta per essere vicina all'indipendentismo veneto. Nel corso delle perquisizioni di oggi nei confronti del gruppo di No Vax che stava progettando azioni violente, soprattutto per la manifestazione di sabato prossimo a Roma, sarebbero state trovate armi, come coltelli e bastoni.
No vax, cosa scrivevano su Telegram
Le persone coinvolte nelle perquisizioni di oggi ipotizzavano su alcune chat di Telegram violenze, anche con armi, durante un imminente raduno No Vax a Roma, gli indagati individuati nel corso di un'operazione della Polizia di Stato contro alcune delle frange più scalmanate dei No Vax in Lombardia e in Italia.
L'"attacco" poi annullato a Padova
Oltre all'intenzione di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma nella Capitale sabato prossimo, gli indagati avrebbero incitato gli altri membri del gruppo Telegram a realizzare azioni violente nelle rispettive province di residenza «contro non meglio precisati obiettivi istituzionali o approfittando della visita di esponenti dell'Esecutivo, come quella, poi annullata, prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte del Ministro della Salute, Roberto Speranza». Lo riferisce, in una nota, la Questura di Milano. I membri della frangia avrebbero inoltre avuto «l'effettiva intenzione di realizzare una riunione preparatoria in vista dell'appuntamento romano e di approvvigionarsi di armi bianche da utilizzare in quell'occasione».
I "guerrieri" No Vax
Si definivano "i guerrieri", su Telegram, gli indagati nell'operazione della Polizia di Stato coordinata dalla Sezione distrettuale Antiterrorismo della Procura di Milano. La frangia No Vax, che aveva intenzione di costruire rudimentali ordigni "fai da te" e di approvvigionarsi di coltelli, era composta da 5 uomini e 3 donne. Sono state definite come «molto determinate e arrabbiate» le 5 donne che si trovavano tra gli elementi di spicco del canale Telegram denominato "I guerrieri". Si tratta di una frangia composta da persone con un «profilo basso» senza «esponenti d'area», ma da gente comune: disoccupati, operai, portinai, camerieri. Gli otto indagati si stavano muovendo per creare una «rete» a livello nazionale per azioni violente e stavano pianificando una riunione operativa e preparatoria, o in un luogo fisico o rimanendo sui canali digitali, per la manifestazione "no Green pass" di sabato a Roma.
I componenti del gruppo si proclamavano fieramente non vaccinati, senza precedenti di rilievo, e che non si sarebbero mai fatti notare per qualche intemperanza in precedenti manifestazioni di protesta. È questo il profilo fornito della Digos degli otto coinvolti, 5 uomini e 3 donne (e non il contrario, come riferito sulle prime), 7 dei quali tra i 43 e i 56 anni, e uno di 33 anni.
Nelle chat: i primi da aggredire sono i giornalisti
Quando andremo a Roma i primi da aggredire «sono i giornalisti». Lo affermavano in chat gli 8 No Vax, invitando a «usare le molotov» (che non risulta possedessero) per «far saltare i furgoni delle tv». Secondo quanto riferito in questura a Milano, «per la stampa, ritenuta asservita al regime, avevano un vero e proprio odio».
L'obiettivo: condizionare il Governo
Le "azioni violente" che stavano programmando, anche con l'uso di armi, i No Vax che si facevano chiamare "guerrieri" su Telegram, erano «tese a mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale». Lo scrivono il capo del pool antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e il pm Piero Basilone nei decreti di perquisizione. Gli indagati portavano avanti «iniziative volte ad affermare le convinzioni dell'area cosiddetta "no vax"».