«Ferragamo, l'outsider di successo»: documentario sul celebre artigiano partito dalla provincia

Lunedì 7 Settembre 2020 di Alda Vanzan
Luca Guadagnino insieme ai rappresentanti della famiglia Ferragamo all'Excelsior del Lido
Fosse vivo, chissà cosa direbbe oggi Salvatore Ferragamo della moda, della fast fashion, delle sfilate show. E chissà come la interpreterebbe. «È una domanda che spesso mi sono posta - dice la figlia Giovanna - ma di una cosa sono convinta: mio padre non avrebbe mai compromesso la qualità». Ed è quello che emerge fortemente da Salvatore - Shoemaker of Dreams, il documentario che il regista Luca Guadagnino ha portato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia per raccontare la storia di questa icona della moda che da apprendista a Bonito, un paesetto della provincia campana, è divenuto il calzolaio delle stelle di Hollywood tanto da vestire Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Sofia Loren e Greta Garbo, per poi tornare in Italia ed essere consacrato maestro della lavorazione artigianale, un patito della perfezione. Ma soprattutto della comodità. «La vita - ha scritto lo stesso Salvatore Ferragamo nella sua autobiografia, libro che ha ispirato il regista - mi ha insegnato che la natura ci dona piedi perfetti. Se si rovinano è perché le scarpe sono difettose. Tutti possiamo camminare felici avendo ai piedi calzature comode, raffinate, splendide».
CREATIVO
Nato nel 1898, Salvatore Ferragamo è morto nel 1960. Nel lavoro di Guadagnino la sua storia è raccontata dalla voce narrante dell'attore Michael Stuhlbarg e arricchita da immagini inedite e testimonianze che vedono tra i protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, studiosi, docenti, stilisti, critici di moda e cinematografici. «Quello che colpisce è l'incredibile rispetto che Ferragamo ha sempre avuto per il processo creativo - dice Guadagnino - Che fosse ambizioso è fuor di dubbio, ma fra le due cose avrebbe certamente preferito l'etica della creazione. Ferragamo ha vissuto la sua vita quasi come una sorta di outsider. È in costante eccentricità, e questa cosa per me, e il fatto che è una figura titanica di creatore, era un elemento irresistibile».
Ma perché un documentario? «Non ho mai pensato alla fiction, la sua vita è così complessa che ridurla ad una sorta di biografia sarebbe stato uno sforzo vano. Invece il doc ci consente di esprimerne la estrema ricchezza». Senza contare che «la moda è quasi infilmabile per la fiction, il cinema non ha le risorse per poter competere con quell'universo immaginifico».
Qual è il rapporto tra il regista e la moda? «La moda ha la capacità di anticipare il desiderio creandolo. Ma da quando è diventata, nelle sue espressioni più importanti, anche una questione di capitale, forse questo anticipare i desideri unito al sistema che le gira intorno è una sorta di dittatura del cambiamento costante. E questo è un tema sul quale riflettere», ha detto Guadagnino.
Esiste un erede, un delfino dal punto di vista stilistico di Ferragamo? Giovanna, la figlia, è scettica: «Difficile, persone con le qualità di mio padre ne nascono una ogni tanto. Noi siamo in sei fratelli a mandare avanti il lavoro di uno. Ma non ho nessun dubbio che ci sarà una continuità».
IL LOCKDOWN
A Venezia Guadagnino ha presentato anche Fiori, Fiori, Fiori!, un cortometraggio di 12 minuti girato durante il lockdown. «Abbiamo scoperto che i codici Ateco ci davano la possibilità di girare. Con un Iphone e un Ipad siamo tornati nei luoghi della mia infanzia, ho bussato alle porte di persone care, sono sceso in Sicilia, sono andato a Canicattì dove sono cresciuto ed è stato rigenerante». Per Guadagnino il futuro non può essere lo streaming: «Io sono dalla parte di chi ritiene che l'esigenza fondamentale della condivisione nella sala buia sarà sempre più potente e sono grato ai festival per sostenere il cinema al cinema, un vero e proprio endorsement come quello che stanno facendo Alberto Barbera e Roberto Cicutto a Venezia77».
 
Ultimo aggiornamento: 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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