MESTRE - «Abbiamo una prima verità: Alberto Rizzotto era un bravo autista e quel disastro non è stato causato da un suo malore. Questo accertamento prova, dunque, che il problema stava nel bus e non nel suo conducente». Non usa mezze misure Renato Boraso, assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, nel commentare l’esito della perizia autoptica sul corpo e sul cuore del 40enne trevigiano che, quella tragica sera del 3 ottobre, era alla guida dell’autobus che precipitò dal cavalcavia portando alla sua morte, a quella di 20 turisti e al ferimento di altri quindici.
«PROBLEMA TECNICO»
L’assessore, però, la pensa diversamente. «Attendiamo gli accertamenti della Procura - continua Boraso - perché speriamo emerga presto tutta la verità. Io ho sempre sostenuto, fin dal primo giorno, che un autobus che tocca il guardrail più volte per 50 metri, senza riuscire a riportarsi al centro, qualche problema deve averlo avuto». Boraso, dopo gli altri incidenti (decisamente meno gravi) avvenuti prima in via Carducci e poi in via Cappuccina, con altri autobus de La Linea, ha chiesto un vertice con i tecnici del Comune. «Abbiamo invitato l’azienda a porre la massima attenzione. Sono accertamenti necessari perché servono a rassicurare i cittadini: non possono e non devono aver paura delle nuove tecnologie. Nel 2026 avremo 10 nuovi bus a idrogeno, le persone devono potersi fidare».
I TESTIMONI
La notizia dell’esito della relazione tecnica non è arrivata come un fulmine a ciel sereno nemmeno agli avvocati delle parti civili, come spiega Silvia Trevisan, legale che rappresenta il giovane tedesco Nico Volkman e la compagna (ancora ferita e ricoverata in Germania): la coppia ha perso la figlia di 18 mesi, Charlotte. «Il mio consulente mi aveva anticipato la sua interpretazione che era la medesima di quella dei tecnici della procura - dice - quindi mi aspettavo questo verdetto. La testimonianza di Volkman? Per quello che riesce a ricordare, non mi ha mai accennato a un qualche malore evidente dell’autista». A questo punto, l’esito dell’inchiesta è affidata alle altre perizie: le due scatole nere all’interno del bus (una delle quali contiene le registrazioni dei filmati delle telecamere interne) e quella sul guardrail e il cavalcavia, effettuata dal super perito della procura Placido Migliorino.