​«Quel prete non può celebrare. La chiesa dell'ex ospedale è dell'Arcidiocesi ortodossa»

Mercoledì 15 Novembre 2023 di Gianluca Amadori
«Quel prete non può celebrare. La chiesa dell'ex ospedale è dell'Arcidiocesi ortodossa»

MESTRE - «Non c'è nessuna comunità greca o comunità moldava in contrapposizione tra loro: c'è soltanto la comunità ortodossa». L'avvocato Maria Ralli interviene a nome del metropolita Polikarpos Stavropoulos per replicare alle polemiche innescate dalla chiusura della chiesetta dell'ex Umberto I e dalla conseguente manifestazione di protesta organizzata l'altro giorno in centro a Mestre.


VERIFICHE IN CORSO
«La Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia e del Sud Europa, che ha in concessione la chiesetta dal Comune di Venezia dal 2014, dopo essere rientrata in possesso della struttura sta effettuando le necessarie verifiche statiche perché al suo interno risultano essere stati realizzati alcuni lavori: non appena ci sarà la sicurezza che non vi sono rischi, sarà riaperta. Nel frattempo ci sono sette chiese ortodosse a disposizione dei fedeli tra Venezia, Mestre e il circondario che celebrano messe in tutte le lingue».

L'avvocato Ralli precisa che in Italia soltanto la Sacra Arcidiocesi rappresenta gli ortodossi e non vi sono altri soggetti autorizzati ad esercitare funzioni religiose. Per quanto riguarda Anatolie Bitca, spiega che non è più sacerdote: «Il metropolita Polikarpos gli aveva ordinato di ritornare a Creta, da dove era stato distaccato anni prima per prestare servizio a fianco del suo predecessore: di fronte alla sua disobbedienza è stato deposto allo stato laicale con procedura canonica ortodossa. Non è più prete e non può più celebrare».


Bitca, che in passato ricopriva il ruolo di autista e factotum dell'arcivescovo Gennavios Gervos, ha gestito la chiesetta dell'ex Umberto I dal marzo del 2022 e fino allo scorso settembre, quanto la Sacra Arcidiocesi d'Italia e del Sud Europa ha ottenuto dal Tribunale di Venezia un provvedimento grazie al quale è riuscita a rientrare in possesso dell'immobile, cambiando le serrature: i giudici hanno infatti riconosciuto la sua titolarità nella gestione della chiesetta, ottenuta in subcomodato dal Comune nel 2014. «Prima di ricorrere alle vie giudiziarie la Sacra Arcidiocesi aveva cercato in via bonaria di convincere il signor Bitca a restituire la chiesetta, ma invano».


IN TRIBUNALE
Davanti al Tribunale Bitca ha resistito, sostenendo di essere di fatto subentrato alla Sacra Arcidiocesi ortodossa nella gestione della chiesetta dopo che lui e la comunità moldava sono passati, nell'aprile del 2022, sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca. In Italia non c'è alcuna diocesi russa ma soltanto l'Amministrazione delle chiese russe, a Roma, che però non può nominare preti: è la legge 126 del 2012 a stabilire chi può esercitare da prete in Italia - prosegue l'avvocato Ralli - La Sacra arcidiocesi ortodossa abbraccia tutti gli ortodossi: quello che sta accedendo in questi mesi contribuisce soltanto a creare confusione. Il metropolita Polikarpos ha deciso di intervenire, per mio tramite, per ristabilire la verità. La chiesetta dell'ex Umberto I sarà riaperta al più presto e tornerà a disposizione di tutti gli ortodossi».

Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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