Mestre. Esclusi dalla chiesa ortodossa, oltre 200 persone pregano fuori dall'edificio per protestare

Lunedì 11 Settembre 2023 di Filomena Spolaor
Mestre. Esclusi dalla chiesa ortodossa, oltre 200 persone pregano fuori dall'edificio per protestare

MESTRE - Più di 200 persone ieri mattina hanno pregato davanti alla chiesa ortodossa della Natività della Madre di Dio, nell’ex ospedale Umberto I, per chiedere che sia restituita alla comunità dell’est Europa.

Dopo che mercoledì scorso alcuni uomini, accompagnati dal vicario del Metropolita di Venezia Polykarpos (guida l’Arcidiocesi greco-ortodossa d’Italia e ha sede nella cattedrale di San Giorgio dei Greci), sono entrati nell’ex cappella cambiando i lucchetti e installando una decina di telecamere, i fedeli del prete Anatolie Bitca si sono incontrati per esprimere il loro dissenso in modo pacifico. Una schiera di persone, soprattutto moldavi, rumeni, russi e ucraini residenti a Mestre e Venezia, si sono messi in fila costeggiando il ciglio della strada che da via Einaudi porta al parcheggio di via Circonvallazione. “Abbiamo recitato insieme una preghiera di grande dolore durata un’ora – racconta padre Bitca -. Stiamo vivendo tutto in modo tragico. E’ come se gli uomini che si sono impossessati della nostra chiesa, ci avessero tolto una parte di noi”.

LA STORIA

Con la chiusura dell’ex Umberto I nel 2008 la cappella fu abbandonata, ma nel 2014 il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto concesse in comodato d’uso la chiesa all’Arcidiocesi ortodossa. Padre Bitca e tutta la comunità hanno finanziato con i loro soldi il recupero dell’edificio, ristrutturandolo e abbellendolo con icone sacre e libri. Quando nel 2020 il precedente Metropolita Zervos Gennadios, che firmò l’atto e acconsentì l’uso dell’edificio in esclusiva a padre Bitca e ai fedeli dell’est Europa morì, il vescovo Polykarpos che gli è succeduto ha provato a rimuoverlo senza spiegazioni. La comunità si è opposta, chiedendo un incontro con Polykarpos, ma lui ha rifiutato. Lo scontro è in mano agli avvocati e la prossima udienza è fissata dal Tribunale di Venezia il 17 ottobre. Mercoledì scorso, però, il Metropolita ha dato ordine ai suoi avvocati di entrare nella chiesa senza nessun confronto con la comunità. Ieri mattina alle numerose famiglie dell’Est in preghiera si sono aggiunti anche cittadini di Mestre. “Ho dovuto chiedere di celebrare in altri luoghi i battesimi e i matrimoni. - conclude padre Bitca - Continueremo a incontrarci per pregare fuori dalla nostra chiesa ogni domenica”.

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