Mestre. La difesa fai-dai-te dei residenti contro gli spacciatori: «Quando li vediamo suoniamo il fischietto. Io prendo la mira con la pompa dell'acqua»

Mercoledì 2 Agosto 2023 di Fulvio Fenzo
La difesa fai-dai-te dei residenti contro gli spacciatori: «Quando li vediamo suoniamo il fischietto. Io prendo la mira con la pompa dell'acqua»

MESTRE - Se senti fischiare, non sono i vigili. E se quel fischio continuo, interrotto solo dal tempo necessario per riprendere fiato, non accenna a fermarsi, è solo perché pusher o tossicodipendenti non si schiodano velocemente dalla strada sotto alle loro case.

La difesa "fai-da-te" si può mettere in campo anche così, specialmente se vivi in un posto che, nel tempo, ha dovuto fare i conti prima con la prostituzione e poi, ormai da anni, con lo spaccio e il consumo di droga. Tutti i giorni, a tutte le ore, davanti a tutti come se fosse la cosa più normale a questo mondo. E allora gli abitanti hanno iniziato a fischiare, per dare l'allarme quando, dalle finestre, notano gli spacciatori o quei ragazzi che, barcollando, cercano un gradino o un qualsiasi altro posto dove andare a bucarsi. Come un "tam tam" per dare la sveglia al rione, come un modo per far sentire che il loro quartiere è ancora vivo e non ci sta. E, non sempre ma spesso, pusher e tossicodipendenti si allontanano.

QUADRILATERO

È una specie di quadrilatero, quello tra via Monte San Michele, via Col di Lana, via Passo Buole e via Monte Sabotino. Via Monte San Michele cinque anni fa è stata un po' l'epicentro dell'operazione che, purtroppo solo per breve tempo, aveva ripulito il quartiere dalla presenza degli spacciatori. Da via Monte Sabotino, guardando in direzione di via Piave, si vedono i giardini allestiti per i concerti della rassegna "Portaverde". Affacciate a queste strade palazzine più o meno nuove, villette con giardini curati quasi a fare da contraltare a quello che accade sui marciapiedi. Anche qui tante locazioni turistiche, appartamenti dati in affitto a famiglie straniere, ma i residenti storici si conoscono tutti. Giovanna Luzzi, di professione investigatore privato, quando vedeva uno spacciatore sotto casa non si faceva troppi problemi: «Prendevo la mira con la pompa che uso per dare l'acqua alle piante in terrazzino, e aprivo il rubinetto. Sia chiaro, lo faccio ancora, ma adesso abbiamo anche i fischietti». Spieghi meglio. «Sì, l'idea non è mia, ma degli abitanti di via Monte San Michele - risponde -. È da alcune settimane che, ogni tanto, si sentivano questi fischi continui. Abbiamo chiesto in giro e abbiamo scoperto che è un modo per dare l'allarme della presenza di spacciatori o di ragazzi che si bucano o fumano in strada». «Avevamo iniziato ai tempi delle prostitute - confermano da via Monte San Michele -. Ora c'è soprattutto la droga, e così, con il passaparola, abbiamo pensato di tirare fuori i fischietti dal cassetto e riprendere ad usarli». E da via Monte San Michele il passaparola si è esteso nelle strade vicine, con altri residenti («tutti nativi del rione» precisano in zona) che si sono armati di fischietti.

«FUORI CONTROLLO»

«Qui siamo sempre stati molto uniti - riprende Giovanna Luzzi -. Anni fa riuscimmo insieme a bloccare la costruzione di un palazzone oppure, prima dell'"Operazione San Michele", riuscimmo a scoprire una siepe dove i pusher nascondevano la droga. Quella volta siamo scesi tutti in strada aspettando l'arrivo delle Fiamme gialle, con gli spacciatori che ci guardavano ma non avevano il coraggio di far nulla».
I pusher nascondono ancora le dosi tra i cespugli che escono dai giardini. «Adesso la situazione è terribile, completamente fuori controllo. Ogni giorno, dalle 14 in poi, è un viavai di tossici e spacciatori. Ecco, lo vedete? Quello in bici là in fondo è uno di loro». Ma non si arrabbiano quando iniziate a fischiare? Non temete vendette? «Per ora la cosa funziona, e speriamo che altri abitanti si aggiungano con altri fischietti» prosegue la residente.
«Questa è una protesta nata direttamente qui - riprendono da via Monte San Michele -. Siamo stati costretti ad arrangiarci perché, dopo tutto quello che abbiamo passato in questi anni, abbiamo capito che le istituzioni non ci ascoltano più. E non solo le istituzioni, perché quando, nel dicembre scorso, è stata convocata l'assemblea nel patronato della parrocchia di via Piave, hanno fatto parlare solo le associazioni, ed anche là c'è la politica. E poi, quando si è fatto il corteo di "Riprendiamoci la città", si è saltato il pezzo più tragico di via Piave, che è quello che va da via Cavallotti alla stazione, con i pusher in fila uno dietro l'altro. Così abbiamo ripreso questa iniziativa dei fischietti. Almeno li disturbiamo mentre vendono o consumano droga».

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Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 16:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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