Via Piave a Mestre, i turisti hanno paura e gli alberghi vogliono chiedere i danni

Domenica 30 Luglio 2023 di Fulvio Fenzo
L'Anda Venice Hostel è tra gli alberghi che sta pagando la situazione del degrado di via Piave

MESTRE (VENEZIA) - Gli anziani mestrini hanno paura di uscire di casa dopo una certa ora? Adesso i timori serpeggiano anche fra i turisti che scelgono Mestre come “base” per visitare Venezia e le altre città del Veneto. E così, mentre continuano ad aggiungersi commenti negativi sulla sicurezza in città nelle recensioni che i visitatori da tutto il mondo postano su Google e altri siti, alcune strutture delle zone più calde del rione Piave si sono già affidate a un legale per presentare un esposto nel quale chiedere i danni economici sofferti dalle loro attività per la presenza costante dei spacciatori, tossicodipendenti e sbandati in strada.

Nonostante denunce, appelli e telefonate alle forze dell’ordine che vanno avanti ormai da anni.


I COMMENTI SUL WEB
È di ieri il caso del dentista mestrino, Roberto Venerando, che ha raccontato come una sua paziente anziana, che vive da sola in zona stazione, abbia chiesto appuntamenti “solo di mattina” perché di pomeriggio ha paura di uscire nel timore di incontrare “brutta gente in strada”. Ma se per una persona di una certa età, fragile e che ha assistito al progressivo degrado di quella che un tempo era uno dei quartieri migliori di Mestre, è comprensibile lo sconforto e il desiderio di chiudersi in casa per proteggersi, ben diverso è il caso dei turisti che arrivano per muoversi da una parte all’altra. E qui, per la città, suona un altro campanello di allarme perché, scorrendo le recensioni lasciate sul web (dagli hotel mestrini più grandi alle strutture con poche camere) si incappa ormai in commenti come questi: “Attenzione! Evitare questo posto: il mio amico è stato derubato con un coltello. Per favore non andarci da solo, sia di giorno che di notte”. E ancora: “La zona effettivamente è bruttina piena di spaccio e gente strana, ma non è colpa degli albergatori”; “Quartiere squallidissimo, da aver paura a passarci la notte”; “Attenzione al parco di fronte!”; “Posto vicino stazione pessimo ambiente e quartiere circostante”; “L’hotel sarebbe comodo perché è a due passi dalla stazione ferroviaria, ma la zona è veramente degradata e pericolosa”. Su qualunque sito si vada (oltre ovviamente ai commenti sulle singole strutture ricettive nei pressi della stazione) ci si imbatte in descrizioni come queste: “La zona che è frequentata da spacciatori sia di giorno che di notte. Se potete andate da un’altra parte”; “La prima notte in cui siamo arrivati abbiamo assistito ad uno scambio di droga in tempo reale”; “Siamo circondati da spacciatori. Sotto la finestra e davanti all’ingresso. Di notte e di giorno. Stranieri che litigano per le dosi... NON PORTATE I BAMBINI” (scritto tutto in maiuscolo). Fino a un caso di cinque giorni fa: «Già in pieno giorno si possono notare individui loschi che spacciano e litigano tra loro. Non abbiamo neanche disfatto le valigie che siamo scappati». Commenti, va ricordato, lasciati da italiani e stranieri che vengono tradotti in tutte le lingue, e che quindi gettano un’ombra sull’intera città tanto che, come spiegano alcune guide locali, non sono pochi i turisti che ormai chiedono informazioni su strutture fuori Mestre, fino a Quarto d’Altino o nel Miranese.


ESPOSTO IN ARRIVO
Recensioni che sono un danno per tutti, e che ora sono ormai praticamente quotidiane. All’inizio di quest’anno era stato Alessandro Martello, direttore generale dell’Hotel Plaza e dell’Anda Venice Hostel, a sollevare il problema («questa zona di Mestre, è diventata “sketchy” per i turisti, che vuol dire losca, sospetta, pericolosa, insicura» aveva detto al Gazzettino), problema che ora sembra essere esploso. «Ci siamo rivolti a un avvocato che, a giorni, dovrebbe aver pronto un esposto che firmeremo e presenteremo per chiede i danni economici che stiamo subendo per questa situazione - spiega il direttore di una struttura ricettiva della zona tra via Dante e via Sernaglia -. Quando vedono gli spacciatori stabilmente in strada i nostri clienti scappano via. Prima ce n’erano quattro o cinque, ora siamo arrivati a più di dieci pusher fissi davanti alle nostre attività. Abbiamo chiamato centinaia di volte polizia e carabinieri: passano ma i pusher si dileguano in un attimo. Così vengono a chiedere i documenti a noi che li abbiamo chiamati e, appena le pattuglie se ne vanno, tornano tutti gli spacciatori. Così non possiamo più andare avanti con le nostre attività. Questo esposto è la nostra ultima speranza».

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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