MARTELLAGO - Non bastava aver perso all’improvviso e prematuramente il proprio caro, non l’hanno neppure potuto seppellire dopo il funerale: la tomba per un incredibile disguido non era stata preparata. Ieri al dolore si è aggiunta la rabbia per i familiari di Vincenzo Falcone, il sessantenne di Maerne stroncato giovedì da un infarto nella casa di Selva di Cadore (Bl) dove alloggiava per qualche giorno di vacanza sulle Dolomiti: Falcone, andato in pensione a ottobre, si è sentito male mentre si stava vestendo, si è accasciato sul letto e a nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo della moglie Loredana e dei sanitari.
NIENTE TOMBA
I congiunti - ha lasciato anche il figlio di 26 anni Denis, l’anziana mamma Antonietta, le sorelle Cristina e Iris e il fratello Giovanni -, con Ferragosto alle porte, hanno fatto di tutto per celebrare subito le esequie: la moglie venerdì è andata all’ufficio Anagrafe-Stato Civile del Comune per le pratiche, ha acquistato una tomba a terra, “ho anche effettuato subito il bonifico” spiega, e il funerale è stato fissato sabato mattina. Nonostante il periodo di ferie la chiesa di Maerne era piena, Falcone era conosciuto da tutti in paese, e non solo: c’erano parenti giunti anche da Lombardia ed Emilia, i colleghi di lavoro alle ex officine Ave, amici, gente comune. Ma quando, finita la cerimonia, il corteo con in testa il parroco, don Siro Zorzi, ha raggiunto il cimitero del paese per tumulare la salma, l’addetto della cooperativa che gestisce i servizi cimiteriali per il Comune è caduto dalle nuvole: nessuno lo aveva avvertito, la tomba non era stata scavata.
Così non si è potuto procedere alla sepoltura, la salma è stata portata nell’obitorio del cimitero di Martellago e lunedì il personale della cooperativa lo ricondurrà al camposanto di Maerne per rifare tutto.